2010/11, un sogno blucerchiato (mai realizzato) - Ep. 3 - Samp News 24
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2010/11, un sogno blucerchiato (mai realizzato) – Ep. 3

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Il 16 maggio 2010 la Samp vince 1-0 contro il Napoli e conquista i preliminari di Champions. Da quel momento, il Doria non è più tornato a quelle vette: Cassano e Pazzini lasciarono Genova senza venire adeguatamente rimpiazzati, si persero i palcoscenici europei e arrivò la retrocessione in B. Ma cosa sarebbe successo con qualche dettaglio differente? In questo racconto verosimile, SampNews24 ha provato a immaginare uno scenario diverso da quella stagione infausta. Qui la prima puntata, qui la seconda.

Rincorsa all’Europa (che conta lo stesso)

Come detto, la Samp parte male nel girone di ritorno. Se in Coppa Italia si esce ai rigori contro l’Udinese, l’unica vittoria nelle prime cinque del girone di ritorno è quella con la Juve, ottenuta con un’altra follia di Cassano: girato spalle alla porta, un beffardo tacco trova impreparato Manninger. Poi sconfitta a Napoli, pareggio casalingo con il Cagliari e altra delusione a Udine targata Di Natale-Sanchez.

L’inserimento di dos Santos è graduale. Delneri gli fa giocare 20 minuti con il Cagliari, mezz’ora a Udine. La prima da titolare è contro il Bologna, la prima per vedere l’intesa con Cassano, rimasto fuori due settimane per un fastidio muscolare. Al primo scambio tra i due, il pubblico sussulta, come se fosse l’opera. Uno-due, uno-due e il messicano è in porta: solo un miracolo di Viviano evita la capitolazione degli ospiti.

I tifosi capiscono che i due si trovano. Cassano si trova stranamente bene nel 4-2-3-1 disegnato su di lui. Ora gli esterni giocano un po’ più alti, ma dos Santos arretra, facendo il lavoro in copertura di Cassano: è una Samp più fluida, meno dogmatica sul 4-4-2 tanto amato dal tecnico. E la svolta definitiva arriva con il Cesena, perché stavolta Cassano non c’è per squalifica. Per dos Santos è tempo di prendersi la squadra sulle spalle.

Una piccola prova, ma superata. Parolo e compagni sono inermi, mentre l’ex Antonioli deve raccogliere cinque volte il pallone nella propria rete. Il messicano mette tre assist, causa un rigore e infine chiude la gara con un gol che avrebbe poi replicato nella Copa América della successiva estate.

Appare uno striscione in Sud: «Paratici, ti cercano da Londra!». Un invito – nemmeno tanto velato – a riscattare il giocatore in prestito dal Tottenham.

La Samp, però, deve pensare anche alla Champions.


Fine della musica

L’urna di Nyon è benevola per gli ottavi: tra tutte le prime che si potevano pescare, la sorte vuole che il Doria si trovi l’Olympique Lione. Non è più la squadra che vince la Ligue 1 a ripetizione, ma ha comunque vinto il gruppo B e ha in organico gente come Lloris, Pjanic, Bastos, Toulalan, Gourcuff. L’andata a Genova, il ritorno a Lione.

Contro la compagine di Claude Puel, la prima partita è tiratissima. L’eccezionale esperienza accumulata in tutte quelle presenze consecutive in Champions League si sente, eppure c’è qualcosa che l’OL non ha. Quel quid è Antonio Cassano, che prima trasforma il rigore dell’1-0 e poi serve in profondità un rapidissimo Marilungo, che sigla il 2-0. Sembra fatta, ma il ritorno in Francia nasconderà più insidie del previsto.

Allo Stade Gerland, Delneri stupisce tutti: il tecnico mette da parte quel 4-2-3-1 che sembra funzionare e opta per due fedeli rappresentanti del 4-4-2 integralista come Semioli e Mannini. Anzi, visti gli infortuni di Koman e Weiss, per un attimo si è pensato ad Angelo come ala. La scelta di chiudersi a riccio non paga e l’OL realizza un uno-due fatale dopo un’ora di agonia. Prima Lisandro Lopez, poi Gomis per il raddoppio. L’impianto è una bolgia e allora Delneri se la gioca.

Fuori Dembelè (lanciato come trequartista alle spalle di Cassano con Cristiano Zanetti a centrocampo), dentro dos Santos. Tre giorni prima ha fulminato tutti con la sua prestazione contro il Cesena: è il momento di dimostrare che in Europa tutto è possibile. Un tocco, due tocchi. Uno-due con i compagni, cambio di gioco e Fucile va in porta: traversa! I tifosi ospiti si disperano, ma la Samp ha capito che l’inerzia della gara è cambiata.

L’OL attacca confuso, come consapevole del rischio di subire quel gol in trasferta che cancellerebbe gli sforzi fatti. E alla fine, il gol arriva: dos Santos sfugge a uno stanco Cissokho e mette in mezzo, dove solo arriva Mannini. L’esultanza dell’esterno sfocia in un urlo blucerchiato nel settore ospite. Il Doria è ai quarti, contro ogni previsione.

Purtroppo, l’urna non può esser benevola arrivati a questo punto del torneo: la sfida è contro il Real Madrid di José Mourinho, che non ha bei ricordi contro la Samp. Il bilancio del portoghese è pessimo: solo due vittorie in sei gare, un 3-0 subito in Coppa Italia e la sconfitta del settembre 2009. Quando glielo fanno notare sui giornali (dopo altri punzecchiamenti vari), il portoghese lascia la parola al suo vice Karanka. Delneri sorride: forse una speranza – almeno psicologica – c’è.

La gara d’andata è ancora al Ferraris. La Samp conta gli infortunati, con Pozzi che ha già finito la stagione e Fucile in procinto di tornare al Porto, momentaneamente bloccato da un infortunio “politico”, che serve a mascherare il mancato accordo sul riscatto del terzino con il club portoghese. Eppure la line-up d’emergenza riesce comunque in dieci minuti a svoltare la partita.

Rilancio di Storari, sponda area di Cassano e dos Santos sfrutta una scivolata di Albiol sul terreno sconnesso del Ferraris per andare in porta. Quando il messicano salta in corsa Iker Casillas, il portiere e capitano del Real sembra lasciarlo andare, ma poi lo aggancia. Tutti si guardano allo stadio: è rigore, no? I tre secondi tra la caduta del numero 10 blucerchiato e il fischio dell’arbitro Meier sembrano infiniti, ma l’urlo dei tifosi squarcia il silenzio.

È rosso! La panchina si carica, tutti sanno che adesso c’è una chance concreta di battere il Real in dieci per 80 minuti. Sul dischetto si presenta Cassano sotto la Sud: Dudek, entrato per parare il penalty, viene spiazzato da FantAntonio. Da quel momento, la gara è indirizzata come Mou non vorrebbe. Gli assalti del Real sono affidati a Cristiano Ronaldo, che però sembra troppo solo. E in contropiede la Samp rischia un paio di volte di raddoppiare.

La capitolazione finale, però, arriva solo al minuto 82: Mannini rilancia lungo il pallone, che trova un dos Santos ancora pieno di energie. Il messicano fa girare la testa agli avversari e – come a Lione – mette un cioccolatino che Semioli deve solo spingere in rete. È 2-0, il Ferraris è impazzito. Ma a rovinare la festa ci pensa Di María: El Fideo semina gli avversari come birilli e piazza un mancino impossibile per Storari. Il 2-1 finale lascia più di una speranza per il Real al ritorno.

Delneri, però, è felice in sala stampa: «Abbiamo giocato una grandissima partita. Il gol? Un peccato di gioventù dovuta alla poca esperienza in queste partite, ma abbiamo costretto il Real in dieci». Ancora una volta, Mourinho attua la tattica del silenzio: parla ancora il suo vice, troppa la carica per Madrid.

E in effetti, la prima visita della Samp al Bernabeu sarà una montagna non scalabile per la Samp. Pochi giorni prima della partita sono out anche Palombo e Cristiano Zanetti: alla grande sfida Delneri si presenta con Dembelè accanto a Soriano, in una mediana troppo giovane e decisamente sbilanciata.

La gara va esattamente come voleva Mourinho: Cristiano Ronaldo la sblocca subito, poi Gonzalo Higuain mette il secondo all’ultimo istante del primo tempo. Nella ripresa la Samp ha una sola occasione con Marilungo, ma Dudek ipnotizza l’attaccante e una rete di Xabi Alonso chiude l’avventura in Champions dei blucerchiati.

Mourinho stavolta parla: «Pensiamo al Bayern, in semifinale sarà durissima». E se ne va di nuovo, come se non volesse dare importanza a quel Delneri che gli ha complicato la vita troppe volte. Dal canto suo, il tecnico blucerchiato sorride sotto i baffi: «Siamo usciti, ma abbiamo giocato 12 gare di Champions League. Non è male per un gruppo alle prime uscite europee…».

La testa, ora, vola al finale di campionato.

OTTAVI:
Samp-Olympique Lione 2-0 (50’ Cassano, 76’ Marilungo)
Olympique Lione-Samp 2-1 (90+2’ Mannini)

QUARTI:
Samp-Real Madrid 2-1 (10’ Cassano rig., 82’ Semioli)
Real Madrid-Samp 3-0

Marcatori: 8 Pazzini, 4 Cassano, 2 Marilungo, 1 Weiss, Mannini, Semioli

Il sereno sotto la Lanterna

Con la testa palesemente al Real Madrid e ai quarti di Champions, la Samp ha tenuto comunque un passo discreto in campionato, approfittando di una parte centrale di calendario abbastanza abbordabile. Dopo il 5-2 al Cesena, Guido Marilungo si è ritagliato uno spazio definitivo anche in campionato. E in prima squadra hanno esordito anche due ragazzi della Primavera: l’austriaco Elsneg e il casalingo Luca Rizzo.

Con la Champions a pressarli, i blucerchiati si reggono sulla buona forma di Dembelè. Qualche infortunio dovrebbe rallentare la Samp, ma l’entusiasmo per l’essere nelle prime otto d’Europa fornisce energie supplementari alla squadra. Nelle ultime 11 giornate di campionato, il ruolino è da zona Champions: solo due sconfitte (a Milano e Roma), a fronte di 21 punti conquistati fino a fine maggio.

C’è persino spazio per qualche momento agrodolce. Cassano segna di nuovo contro il Bari, dopo la rete realizzata nel campionato precedente al San Nicola. Quando la gara finisce, il 99 crolla a terra piangendo. I compagni non capiscono perché, ma lui si spiega a fine gara: «Non è per il gol: mi dispiace, ma sono un professionista. Purtroppo non giocherò più qui il prossimo campionato». La retrocessione del Bari, infatti, sembra cosa fatta. Il tutto contrasta con il sorriso di Luca Rizzo, al primo gol nel mondo dei grandi.

Cosa rimane per il resto della stagione? Con la grande carica derivante dalla Champions e dalla striscia di risultati positivi, alla 36° giornata c’è il derby. Il Genoa non è ancora matematicamente salvo, nonostante l’arrivo di Ballardini abbia rivoltato la stagione. La vigilia è scottante più per la parte rossoblu che per quella blucerchiata, Delneri è ormai serafico: «Questa è stata una grande stagione: finire imbattuti nel derby è importante, ma non fondamentale».

La Samp scende in campo l’8 maggio 2011 con la forza dei nervi distesi e lo si vede. A fine gara, sarà una delle poche stracittadine dove gli ammoniti doriani saranno al massimo un paio. I blucerchiati se la giocano contro un Genoa pericoloso, ma troppo nervoso. Nonostante il vantaggio siglato da Palacio, la Samp non si scompone e alla fine pareggia con una rete di Cassano che bacia il palo interno e finisce alle spalle di un distratto Eduardo.

Delneri si è giocato i tre cambi, ma l’ultimo ha stupito un po’ tutti: fuori dos Santos, dentro Fucile. Alla fine l’uruguayano si è liberato dalle beghe contrattuali con il Porto e forse potrebbe rimanere per un altro anno. Per celebrare la “liberazione”, Delneri lo manda dentro nel finale. Sull’ultimo assalto da corner, Ziegler mette in mezzo e la difesa del Genoa libera.

L’ultimo uomo è proprio Fucile: è il suo primo pallone toccato in una partita ufficiale da due mesi. Il terzino quasi non ci crede. Nella sua carriera non ha quasi mai segnato, ma da ultimo uomo e con i giocatori avversari in arrivo, l’impulso è tirare. Dai 30 metri, l’uruguayano scaglia un destro terrificante. Il pallone incoccia sulla traversa e poi finisce dentro prima di rimbalzare fuori.

Fucile rimane inerme, i compagni lo abbracciano, il Genoa protesta. Gasperini è incontenibile, mentre Delneri cerca di capirci qualcosa. Dal replay si evince che la palla è entrata, ma la terna arbitrale ci mette un po’ per trovare la soluzione all’annosa questione. Alla fine Tagliavento convalida, ma la partita si chiude con un confronto duro tra Milanetto e Palombo, con i due capitani a lungo a confronto. Però è 2-1, sotto la Sud: cosa volere di più?

Un altro finale

Mancano solo due gare di campionato per chiudere la stagione. La prima è in casa contro il Palermo, dove i tifosi rendono omaggio a un gruppo che forse non sarà uguale nell’annata successiva. Delneri potrebbe veramente andare via, forse alla Juventus o persino trovare casa a Firenze, dove l’era Mihajlovic non sta andando alla grande. Cassano è cercato dall’Inter, ma giura: «Devo sempre pagare il mio debito».

Il 2-2 finale è pirotecnico e permette alla coppia Marilungo-dos Santos di far vedere che c’è un futuro anche per loro. Il messicano stupisce anche a Roma, dove Delneri schiera una squadra giovanissima (l’unico over 30 è Semioli, capitano per l’occasione) e il 10 della Samp segna un’incredibile rete partendo dalla sua metà campo. La Roma alla fine vincerà con Vincenzo Montella sulla sua panchina, ma la stagione della Samp può dirsi un trionfo.

La Samp chiude davanti alla Juve di Marotta, al 7° posto. Non basterà per tornare in Europa, visto che il Palermo centrerà la finale di Coppa Italia e si aggiudicherà un posto in Europa League.

Poco male, pensando all’anno precedente. Un giornalista si alza nella sala stampa dell’Olimpico per una domanda a Delneri. Una domanda che però non è sul futuro, ma sul passato: «Ripensando a quel pomeriggio contro il Napoli, alla festa, alle voci di mercato, all’addio di Marotta… con tutto quello che è cambiato in quest’anno… l’addio di Pazzini, Garrone che lascia la società al figlio… ecco, vi sareste aspettati un’annata così? Grazie».

La risposta di Delneri è serafica: «Non lo so. Non vivo di premonizioni, non sono mica il Mago Zurlì (ride, ndr). Quel che abbiamo vissuto è un meraviglioso sogno. Mi auguro di non svegliarmi…».

CAMPIONATO:
20° Lazio-Samp 1-0
21° Samp-Juve 1-0 (75’ Cassano)
22° Napoli-Samp 3-1 (90’+3’ Pozzi)
23° Samp-Cagliari 1-1 (8’ Marilungo)
24° Udinese-Samp 2-0
25° Samp-Bologna 2-0 (25’ Gastaldello, 72’ Cassano)
26° Fiorentina-Samp 0-0
27° Samp-Inter 1-2 (71’ Weiss)
28° Samp-Cesena 5-2 (11’, 65’ rig. Pozzi, 24’ Mannini, 39’ Koman, 79’ dos Santos)
29° Catania-Samp 1-1 (28’ Dembelè)
30° Samp-Parma 2-1 (22’ Dembelè, 39’ Marilungo)
31° Samp-Lecce 3-0 (11’ Mannini, 45’ Marilungo, 55’ Dembelè)
32° Chievo-Samp 0-0
33° Milan-Samp 3-1 (81’ Weiss)
34° Bari-Samp 0-2 (30’ Cassano, 90+3’ Rizzo)
35° Samp-Brescia 3-2 (19’ Soriano, 22’ Cassano rig., 58’ dos Santos)
36° Samp-Genoa 2-1 (81’ Cassano, 90+4’ Fucile)
37° Samp-Palermo 2-2 (20’ dos Santos, 74’ Marilungo)
38° Roma-Samp 2-1 (8’ dos Santos)

Punti: 29
Punti totali: 58
Gol fatti: 54
Gol subiti: 41
Marcatori A: 7 Pazzini, Pozzi, Cassano, 6 Marilungo, 4 Weiss, dos Santos, 3 Mannini, Dembelè, 2 Palombo, Gastaldello, 1 Lucchini, Semioli, Ziegler, Angelo, Obiang, Koman, Rizzo, Soriano, Fucile.

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