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2015/2016, il pagellone: Ervin Zukanovic

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«Mi voleva anche l’Inter, ma la Sampdoria ha disputato una grande stagione e quest’anno giocheremo in Europa». Naturalmente un motivo di orgoglio, ma Ervin Zukanovic non sapeva che c’era un preliminare e che le possibilità di non passarlo erano discrete data l’assoluta mancanza di identità corale e tattica. Ma facciamo un passo indietro: la dichiarazione risale al suo approdo in blucerchiato dopo una estenuante contesa con l’Inter. Zukanovic diviene così il primo bosniaco nella storia del Doria e rappresenta sulla carta un valido rinforzo per la retroguardia di Walter Zenga, in attesa appunto di valutarne le prestazioni e confermare quanto di buono visto al Chievo. Non una cosa semplice perché la pazienza dell’ambiente blucerchiato finisce quando a concludersi è anche l’avventura in Europa League: la doppia sfida col Vojvodina lascia malumori e fa intravedere il triste epilogo a cui sarebbe andata incontro la Sampdoria. Zukanovic forse se ne è accorto, in più le sue volontà si sposano con quelle della dirigenza. Questa, però, è un’altra storia.

 

Tralasciando dunque l’eliminazione per mano dei serbi, passiamo al campionato: le sedici presenze ufficiali cominciano a Napoli con il suo ingresso in campo dopo pochi minuti del primo tempo a causa dell’infortunio di Andrea Coda. Gli esperimenti tentati dallo staff tecnico sono tanti e portano a sue alternate assenze, nonostante gli venga data la possibilità di ambientarsi al meglio in una città che era diventata l’opposto di quella notata a luglio. Il suo contributo, seppur non rivelatosi eccelso, permette comunque alla squadra di intascare punti preziosi grazie alle tre reti messe a segno: non contro il Sassuolo perché solo un gol della bandiera, ma con l’Hellas Verona dà modo di proseguire la goleada culminata con un pesante 4-1 e con la Lazio sigla il pareggio definitivo con una punizione calciata in pieno recupero, nonché il primo punto dell’era Vincenzo Montella.

 

La sua migliore apparizione, la cui valutazione è stata molto alta nelle pagelle da noi presentate, appartiene alla quinta giornata di Serie A contro la Roma. Al “Ferraris“, infatti, Zukanovic viene schierato nell’undici titolare ma nelle vesti di difensore centrale, dando spazio sulla fascia al compagno Djamel Mesbah: praticamente perfetto, chiude ogni inserimento del connazionale Edin Dzeko e libera l’intera area di rigore da ogni pericolo che può presentarsi, suggellando il 2-1 col triplice fischio dell’arbitro. Da qui alla serata di Coppa Italia con il Milan, però, ce ne passa: svanita l’opportunità di conservare un posto privilegiato all’interno della competizione, al contempo sembra in netto declino anche il bosniaco. È questa la sua peggior partita nel periodo genovese, evidenziando di conseguenza la sua difficoltà di esprimere particolari qualità che viene perpetrata da diverse settimane. 

 

Riprendiamo adesso la seconda parte, già accennata in precedenza. Si apre la finestra invernale del calciomercato: la Sampdoria necessita di soldi, la cessione di Èder non basta e Roberto Soriano non può essere sacrificato se non si vuole incorrere in una rivolta vera e propria. Il mirino della società si ferma su Zukanovic, lo tiene sotto tiro. È l’unico che può portare nelle casse societarie qualche sostanzioso soldo da reinvestire per una sicura e tranquilla salvezza, a fronte dell’annullamento di ogni obiettivo preposto a inizio stagione. Il trasferimento viene completato il 29 giugno con la formula del prestito con diritto di riscatto, esercitato dalla Roma dopo circa un mese. Il cerchio si chiude: due giornate più tardi ritrova la Samp e la batte, concedendosi l’onere di uscire durante l’intervallo, e termina l’anno calcistico con il Napoli, la squadra contro cui ha iniziato il percorso blucerchiato. 

 

Non ha mai creato problemi e ha provato a dare il suo in ogni circostanza, ma non sempre ci è riuscito. Dalla sua parte non restava che il destino: non lo hanno favorito le aspettative elevate di una piazza e alcune prestazioni deludenti. La sua cessione ha destato parecchie perplessità, non si può tuttavia dire che la stagione sia stata travagliata soprattutto a causa della sua partenza. Il voto complessivo è 5,5: una pagella insufficiente che, probabilmente, avrebbe potuto essere meno negativa se solo Zukanovic fosse rimasto a Genova.

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