30 anni e non sentirli: 1987, una Samp in odore d'Europa annulla il Verona
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30 anni e non sentirli: 1987, una Samp in odore d’Europa annulla il Verona

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Torna la rubrica dedicata al cammino della Sampdoria fino allo scudetto: i ragazzi di Vujadin Boskov, alla quarta giornata di ritorno del campionato 1986/1987, affrontano il Verona tra le mura di casa. Vediamo con “30 anni e non sentirli” come andò il match

La Sampdoria di Vujadin Boskov aveva chiuso il girone di andata con un totale di 15 punti, la squadra che aveva dichiarato guerra al campionato era il Napoli tenendo salda la testa della classifica e resistendo ai continui tentativi dell’Inter di passare in testa. Nel girone di ritorno, per ora, la squadra blucerchiata aveva messo a segno una sconfitta, una vittoria e un pareggio per un totale di tre punti. E ora aspettava tra le mura di casa il Verona di Bagnoli, in odore di Europa. A volte i campionati sono strani, quasi anonimi anche perchè arrivi a giocarti qualcosa che poi non riesci magari a raggiungere. La Sampdoria di Boskov aveva intrapreso inconsapevolmente quel cammino che l’avrebbe portata allo scudetto: ogni partita, ogni sconfitta, ogni passo fatto l’avrebbe portata alla fine a guardare tutti dall’alto del tetto d’Italia. Forse i sogni sono più belli quando sono così sofferti. Ma senza guardare troppo avanti torniamo al campionato 1986/1987 perchè di strada fino allo scudetto ce n’è da fare, anzi il cammino è appena iniziato. Il 22 febbraio 1987 la squadra di Boskov si trovava tra le mura di casa in attesa di scontrarsi contro il Verona: il tecnico blucerchiato si trova nuovamente privato di Mancini e ripropone sostanzialmente la stessa formazione uscita da Como con un punto. Bistazzoni tra i pali, Briegel, Mannini, Fusi, Vierchowod, Pellegrini, Pari, Cerezo, Salsano, Lorenzo e ovviamente Vialli; dalla sua mister Bagnoli non vuole mancare il risultato e propone Giuliani tra i pali, Ferroni, De Agostini, Galia, Fontolan, Tricella, Bruni, Volpati, Pacione, Di Gennaro e Elkjaer.

90 MINUTI DI POCHE EMOZIONI – Come sempre il primo tempo va a fisarmonica, fasi di studio da parte di entrambe le squadre, in un balletto quasi artistico fatto di tanto gioco a centrocampo e qualche fulmine nel tentativo di centrare la porta. Entrambe le squadre sono molto attente, la squadra di Bagnoli spera di avere in Elkjaer la sua arma vincente ma Mannini gli si incolla e non lo lascia praticamente respirare. Dove va l’attaccante, lui lo segue, chiudendogli ogni spazio possibile. I blucerchiati dalla loro stanno sperimentando la difficoltà propositiva: quando là davanti non c’è Mancini a recitare sonetti per Vialli e viceversa, i gol non arrivano. La prima parte di gara è parca di emozioni, gli scaligeri lamentano un calcio di rigore per il tocco di mano, giudicato involontario da Baldas di Trieste, di Vierchowod in area. Il difensore blucerchiato infatti viene spinto e il pallone gli carambola sulla mano, non ci sono dubbi sul fatto che il rigore non andrebbe concesso. Il secondo tempo si apre come si era chiusa la prima frazione di gioco. Azioni da ambo i lati, più blucerchiate che del Verona, ma tutte che non trovano lo specchio della porta. Bistazzoni è chiamato in causa due volte, una delle quali in uscita alta coi pugni su un pallone insidioso che poteva trasformarsi in assist. Giuliani è chiamato in causa da Vialli prima e poi da Cerezo, ma il tiro viene ribattuto in entrambi i casi, poi lo sfortunato Salsano, a portiere avversario battuto, scaglia un pallone che viene respinto da Di Gennaro. Con queste azioni si chiude, sul risultato nuovamente di 0-0 il match casalingo contro il Verona. Un punto a testa che proietta il Verona sempre più in zona Europa e lascia la Sampdoria in corsa per riuscire ad agguantare un biglietto per la Uefa. Ora la testa vola veloce al match contro il Napoli, primo in classifica, in trasferta al San Paolo, partita difficilissima ma che i blucerchiati non vogliono sbagliare. Questa però è un’altra storia e la si dovrà raccontare un’altra volta.

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