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Ci vorrebbe del coraggio

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Una squadra timorosa, una Sampdoria timorosa. Una squadra che riesce a tener testa alla Juventus soltanto nel secondo tempo, quando non basta del tutto, perché sul 2 a 0 c’è ben poco da fare. Già nella prima frazione di gara i bianconeri si riversano nella propria trequarti, giocandola sulle ripartenze, lasciando quasi pensare che la Sampdoria stia chiudendo gli avversari nel loro spazio: un’illusione, una credenza effimera. Quello che manca al Doria, come dice anche Montella, è il coraggio, perché la squadra risulta timorosa, ma non arrendevole. Lenta, ma non rilassata. Semplicemente la manovra è davvero troppo poco briosa.

L’avversario è la Juventus, una squadra che si può definire imbattibile al momento perché trova la nona vittoria consecutiva in campionato: una media superiore a 2,5 punti a partita, inarrestabile dopo una partenza in sordina, col piede centrale del pianoforte premuto. L’avversario, però, nel finale viene messo in difficoltà, viene costretto a difendere perché arrivano in campo due fattori incredibilmente fondamentali per la Sampdoria: il supporto dei tifosi, che non è mancato mai ma che si intensifica dopo il gol di Cassano, e la grinta, la voglia di rivalsa, di emergere. Quella che alla Sampdoria, però, è mancata nel primo tempo. È mancata nella parata di Emiliano Viviano: è, infatti, incredibile quanto accaduto nel primo gol di Pogba, che – diciamocelo – non segna per una grande invenzione, ma per un caso fortuito. Da un lato il nostro numero 2 battezza la palla fuori e va a terra in maniera soffice, blanda, con poca convinzione; dall’altro lato una zolla ne devìa la traiettoria che avrebbe dovuto avere e complica l’operazione di intervento all’estremo difensore. Insomma un’unione di elementi che non aiuta e che lascia il Doria in svantaggio quasi subito.

Il secondo gol, poi, è un’altra doccia fredda a pochissimi secondi dall’inizio della ripresa, ancora una volta condizionati da un problemi difensivi, perché Zukanovic si dimentica completamente di Khedira e lo lascia tirare indisturbato dinanzi a Viviano. Le problematiche continuano a vivere e ad aleggiare proprio lì, nel reparto difensivo, che adesso soffrirà nuovamente di penuria di giocatori dopo l’espulsione di Moisander. A tal proposito, assurdo che i tifosi ne abbiano parlato bene solo perché ha deciso di attentare alle gambe di Zaza: c’è un limite a tutto, penso, anche alla decenza della valutazione. Ma in ogni caso, la sua espulsione lo terrà fuori dai giochi per almeno due giornate, e si deve, a questo punto, sperare nel recupero di Silvestre o di un presto rinforzo. Ranocchia? Potrebbe essere il momento di sbloccare la trattativa, o di guardare altrove. È chiaro, però, che la difesa ha bisogno di maggior supporto.

Per il resto Montella ha trovato la quadra. L’ha trovata in Cassano, che probabilmente adesso non verrà mai più messo a sedere in panchina, perché non è pensabile, non dopo aver giocato due gare in quattro giorni per intero a questi livelli, con due assist e un gol. L’ha trovata in un centrocampo che, anche se lentamente, fa quello che viene chiesto e gioca nel modo in cui il tecnico ex Fiorentina vuole che si faccia. D’altronde il nostro allenatore ha mostrato di sapere quello che vuole e di poterlo ottenere, lo conferma anche nel discorso che in conferenza ha fatto su Muriel: «Tutto sta nel capire quando un giocatore si accontenta e quando invece non lo fa. In un primo momento Muriel si accontentava, adesso sembra aver capito di poter sfruttare il suo potenziale». E allora che si sfrutti questo potenziale di questa Sampdoria: la sconfitta contro l’invincibile Juventus è un buon segnale, ma va migliorata la testa per il futuro. Serve coraggio, grinta e il risultato verrà da sé. A partire da Carpi. 

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