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Come una vittoria

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La Sampdoria perde contro la Juventus dopo sette risultati utili consecutivi: non accadeva dal 22 gennaio a Bergamo, ma la prestazione vale come una vittoria


«Vincere con la Sampdoria fu una gioia, vincere con la Juventus era una dovere»
: lo ha detto Gianluca Vialli poco più di un anno fa, negli studi di SkySport, raccontando la propria carriera e l’importante differenza che passava tra i successi che ottenne in maglia blucerchiata e quelli che doveva necessariamente ottenere con la maglia bianconera. Che la Juventus fosse venuta, quindi, a Marassi per vincere era cosa nota, soprattutto perché in una situazione come questa, in cui le inseguitrici stentano ad avere la medesima continuità, era necessario mantenere il distacco con Roma e Napoli. La Sampdoria ha provato a farle lo sgambetto, perché dopo sette risultati utili consecutivi era d’obbligo, anche per noi, provarci: non è successo, ma per come la sconfitta è maturata possiamo decisamente ritenerla una vittoria. Vedere la Juventus difendere in undici uomini dietro la linea della palla, vedere i bianconeri arroccati in difesa a difendere il loro unico gol, vedere Higuain sostituito con un difensore aggiuntivo, è stato come trasformare una delle otto migliori squadre d’Europa in una provinciale. Un lavoro encomiabile, che probabilmente ci avrebbe visti meritare anche il pareggio, almeno per quanto costruito e provato a fare con Quagliarella. Alla fine, però, abbiamo perso 1-0, risultato che va anche bene, perché maturato contro la prima della classe e con un’ottima prestazione: mai come stavolta, insomma, si salva quanto fatto vedere in campo e non quanto mostrato dal tabellino a fine gara.

Ciò che fa la differenza, a conti fatti, tra la prestazione e il tabellino è sicuramente il gol subito da Cuadrado: Giampaolo ha dichiarato che un gol del genere lo si prende e basta, per la bravura di Asamoah nel crossare una palla a rientrare perfetta e per la bravura dell’esterno colombiano che, come da indicazioni di Allegri in allenamento, si butta a pesce per colpire di testa. L’allenatore ha sicuramente la ragione dalla sua, ma per me l’errata marcatura di Regini ci è costata una rete che avremmo potuto evitare di prendere: sarebbe bastato seguire meglio il giocatore da marcare, magari da dietro e non facendosi scavalcare in velocità. E magari la gara la finivi sullo 0-0, confermando quella grande attenzione difensiva che la squadra ha avuto per il resto della partita annullando Higuain e Mandzukic con un ottimo tandem Silvestre-Skriniar (che crescita per il ceco!). Però, per riprendere il filone d’esordio di questa disamina, incassiamo la sconfitta e restiamo comunque soddisfatti della prestazione, che ha visto un Quagliarella incredibilmente attivo e propenso alla fase offensiva: addirittura nel finale ha provato un gol dei suoi alzandosi da solo la palla e, spalle alla porta, tentare la rovesciata. Per me, che l’ho criticato a più riprese nel corso di questa stagione, vederlo giocare così è solo che un piacere perché forse adesso, con la testa sgombra, può essere davvero un’arma offensiva di grande prospettiva, pronto a sopperire anche a quelle mancanze che Muriel spesso fa denotare. Perché il colombiano, a differenza del suo grande amico Cuadrado, continua a essere incredibilmente discontinuo e non potrà sempre vivere di rendita per il gol al derby. Ho apprezzato molto anche l’ingresso di Praet, che ieri sembrava Schick per la sua capacità di entrare e cambiare il corso delle cose, dando non solo più sprint sull’out di destra, ma riuscendo anche a costruire più di quanto abbiano fatto i suoi compagni di reparto. Certo è che la sfortuna poi ci ha messo del suo, perché dover far uscire Torreira prima e Schick dopo per problemi muscolari (per il ceco distorsione alla caviglia, ma risponderà comunque alla chiamata della nazionale) non ci ha di certo arriso.

Ultimo pensiero sulla sosta: arriva in un momento in cui eravamo lanciatissimi verso una rincorsa che significava acciuffare l’ambito ottavo posto, il nostro secondo Scudetto dopo il doppio derby vinto. Non penso proprio che questa squadra voglia demoralizzarsi per aver perso contro la Juventus, perché – come ripetuto già più volte – la prestazione è stata comunque positiva: vedere i bianconeri giocare da provinciali e vedere il Doria spingere l’assalto verso la porta di Buffon è stata la più appagante delle soddisfazioni della domenica pomeriggio. Possiamo approfittarne per recuperare le forze e mostrare tutti i nostri talenti nelle loro rispettive nazionali, poi tornare subito in campo per presentarci alla corte di chi, come noi, sta facendo una cavalcata per raggiungere il proprio Scudetto, l’Inter di Pioli. San Siro sarà il nostro secondo banco di prova dopo la Juventus: una prima prova che, per quanto mi riguarda, è stata superata, perché stiamo diventando maturi. E non importa se la Fiorentina si è allontanata portandosi a otto punti: se c’è ancora chi crede nel terzo posto, noi possiamo credere nell’ottavo.

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