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Fame e ignoranza: è questa la ricetta

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Amo cucinare. Amo cercare di riprodurre acasa i piatti che abitualmente mangio al ristorante, scoprire ingredienti nuovi, combinarli in modo tale che il risultato sia vincente. La cucina è chimica, non si può improvvisare. Si può osare, si può sperimentare. Ma il rischio di combinare un disastro è sempre dietro l’angolo. Bisogna fare la spesa con le idee chiare e una volta ai fornelli seguire tutti i passaggi. A quel punto, il risultato sta alla mano dello chef e alla qualità della materia prima. Se sulla qualità di chef Montella nessuno ha mai avuto dei dubbi, è sulla materia prima a disposizione e sulla giusta alchimia, gli accostamenti, che poteva esserci qualche perplessità. Ieri però il risultato è stato efficace e più che soddisfacente al palato. Perché quando hai fame ti basta e avanza una carbonara ben fatta ad allietare stomaco e spirito, dell’uovo marinato di Cracco non sai che fartene.

Ieri, Quagliarella, aveva fame. Di carbonare se ne sarebbe divorato anche quattro in un sol boccone. Quattro come le occasioni da gol più clamorose fallite: il tiro da centrocampo, la rovesciata e le due occasioni contro il portiere nel finale del secondo tempo. La fame di un ragazzino, la rabbia per quelle occasioni buttate, il calcione al tabellone dopo il colpo di testa fallito da Muriel: personalmente non ricordo di aver mai visto nel recente periodo un attaccante doriano arrabbiarsi tanto dopo un’occasione sprecata. Era questo quello che ci voleva, fin da subito. Un giocatore di temperamento e carattere, al di là del possibile attaccamento o meno ai colori. Un giocatore famelico, indemoniato, che cerca di sfruttare a fondo ogni pallone. Quaglia, perchè ci siamo ritrovati soltanto adesso?

«La nostra forza è l’ignoranza». Andrea Rispoli, nella lotta per la promozione, ha avuto pienamente ragione. E di ignoranti come lui forse alla Sampdoria ne sono passati pochi nel recente periodo. Tra questi Modibo Diakité rientra a pieno titolo. Riserva nel Frosinone, chiesto da Montella per la sua difesa a tre, anche ieri si è rivelato un ottimo innesto. Di sostanza più che di qualità. Altrettanto ignorante la prestazione di Fernando, subito a lottare e a mettere in chiaro le cose con Armero, prima di trovare il gol che ha sigillato il risultato.

Tocco finale, l’ingresso di Cassano, cambio finalmente azzeccato da Montella: dai suoi piedi, la magia – ennesima – la palla per la rete del numero 7. Quella spolverata di tartufo che ti fa fare un figurone…

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