Gasparin: «James Rodriguez avrebbe cambiato la Samp, ma Guastoni bloccò l'affare» - Samp News 24
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2014

Gasparin: «James Rodriguez avrebbe cambiato la Samp, ma Guastoni bloccò l’affare»

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Un ex di rilievo Sergio Gasparin: è stato l’a.d. della Samp nella stagione del preliminare di Champions e se ne andò per contrasti con la linea dirigenziale nel dicembre 2010. Eppure lui aveva quattro colpi in canna per il Doria, quattro acquisti giovani che avrebbero potuto portare alla Samp molti soldi. A cominciare da James Rodriguez, oggi numero 10 del Real Madrid: «Mi accorsi di lui quando ero all’Udinese: giocava nel Banfield, in Argentina, e le relazioni dei nostri osservatori erano tutte molto positive. Era giovane, ma aveva discreta fama e la Juve lo aveva adocchiato. Se lo prese il Porto con una mega-offerta da sei milioni, senonché i primi mesi in Portogallo furono difficili per lui. Io passai alla Samp e trovammo l’intesa con il Porto: 500-600 mila euro per il prestito, riscatto a sei milioni e mezzo».

Gasparin spiega per bene cosa accadde: «La proprietà, la famiglia Garrone, non se la sentì di chiudere l’affare e fu uno dei motivi per cui pochi giorni dopo mi dimisi. Capii che non c’era la volontà di fare “trading, di acquistare giovani promettenti per poi rivenderli e realizzare plusvalenze». Gasparin fa anche il nome di chi disse no: «Formalmente Guasconi, ma la divergenza fu con la proprietà: non la pensavamo allo stesso modo sul mercato estero come fonte di opportunità. In seguito con Edoardo Garrone ci siamo chiariti – dichiara Gasparini a “La Gazzetta dello Sport” -. C’erano tante spese, un bilancio da sistemare. Guastoni era operativo da molti anni, io da pochi mesi. Certo, l’amarezza resta. James Rodriguez avrebbe cambiato la storia della Samp».

Il secondo fu Juan Iturbe, oggi alla Roma: «Più o meno lo stesso iter. Il ragazzo era in scadenza, c’era conflittualità tra la società d’origine che ne deteneva i diritti e il fondo che controllava parte del cartellino. Mandai Renato Favero in Argentina, perché Iturbe giocava nel Quilmes: andammo avanti nella trattativa. Ci accordammo con il Cerro Porteno, club proprietario, e gli altri soggetti. Tre milioni di euro per l’acquisto. Altro no dei Garrone e di Guastoni». Stessa situazione con Kucka, poi andato al Genoa a gennaio 2011: «Potevamo prenderlo a un milione e 800 mila. Di quel poker di ragazzi l’unico che non ha sfondato è Alborno. Uno su quattro ci può stare».

La Samp, alla fine, retrocesse in B: «Quando me ne andai io eravamo molto sopra la zona retrocessione…». Oggi Sergio Gasparin è libero e aspetta l’offerta giusta: «Non mi accontento delle solite proposte. Posso permettermelo. Lavoro come consulente d’azienda, il calcio è una passione».

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