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2014

#GiustiziaveraperFerrero

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Due pesi, anzi tre, e una misura, direi a caso, senza senso, all’italiana. ‘Le banane’ di Carlo Tavecchio, l’occhio del signor Lotito (”Il problema con Marotta è che con un occhio gioca a biliardo e con l’altro mette i punti”) e ‘quel filippino di Thohir da cacciare da casa Moratti’, ma per ridere, mica sul serio, conosciamo Massimo Ferrero… 

Ma non voglio cadere nel gioco di quale sia peggio, di quale sia più offensiva. Non vorrei fare una classifica, ma è chiaro che saremmo terzi anche lì, come nel calcio che conta, tra invidie e paure altrui. Resto semplicemente dell’idea che la LEGGE in Italia non sia uguale per tutti, proprio per niente. Peggio quella sportiva. Calciopoli insegna che non c’è pace di giudizio a distanza di anni e il calcioscommesse ne è una triste riprova dei giorni nostri.

La giustizia in Italia non funziona. Non scopro niente. Lo so. Quella sportiva ancor di più. Ha regole sue, provvedimenti personalizzati con deferimenti inutili,  inibizioni di facciata, nel caso estremo la radiazione. Ma da che cosa poi? Da un sistema che non rispetta nemmeno le sue regole?

Povero Massimo ora non potrà correre per il campo ad ogni nostra vittoria con la sua sciarpa di lana blucerchiata, non potrà farsi i selfie con i suoi players negli spogliatoi o peggio dirigere le manovre di mercato a modo suo, in prima persona, in maniera vincente. Ma per superare l’ostacolo chiederà consiglio all’amico Moratti, al vicino di casa Preziosi e allo stesso Lotito che di inibizioni in passate ne hanno fatto una ricca  collezione. Altro che farfalle…

Prendersela con Massimo Ferrero, uomo di cinema, non ancora pienamente di calcio, mi fa arrabbiare. Ma come si fa? Un uomo che prova a regalare un sorriso a tutti, generoso con i tifosi, utile per Crozza e non solo, anche con qualche gaffe. Certo quella sul presidente Thohir non è paragonabile all’inno della Samp&Doria (e di altre) ma questo è il nostro presidente… Prendere o lasciare.

Caro Massimo, siamo su Scherzi a Parte, credimi. E questo è davvero incredibile. Il presidente della Lazio, per un frase ben più grave, più offensiva subisce dal Palazzo solo un’ammenda di 10 mila euro dopo un ‘teatrino di ritardi e cavilli per disinnescare la querela dell’amministratore delegato Beppe Marotta’ (Luigi Garlando, Gds, dixit). La Giustizia Sportiva si fa in casa, come la pasta fresca, come la passata di pomodoro e una sana marmellata. Buona merenda. 

La dimostrazione del Made in Italy è con il Ragioner Carlo Tavecchio. Prendo in prestito ancora le parole del collega della Rosea: ”Eppure la Procura federale in quell’occasione non riscontrò aspetti di rilevanza disciplinare, a differenza di Uefa e Fifa che hanno sospeso il nostro presidente federale per sei mesi da tutti gli incarichi europei e mondiali”.

Massimo fa ricorso, lo fa per avere una giusta GIUSTIZIA, pari trattamento, lo ascolteranno?

Tra parziali retromarce e dure prese di posizione del mondo del calcio (e non solo, ci mancherebbe, parlare di razzismo rende tutti più corretti e puliti…) si arriva al deferimento d’inizio novembre. Tira e molla, proposte di conciliazione, sconti e offerte 3×2. Ma Massimo non cade, lo fanno cadere. Sì, è vero, nel frattempo su twitter arriva un’altra gaffe dello scatenato produttore cinematografico romano che ritwitta una foto bella, divertente, ironica: “Thohir! Che me la stiri questa?”. Altra scelta evitabile certo. Ma c’è anche una lettera di scuse, che lo stesso Thohir accetta. Ci sono le prove, le Poste Italiane. Ma non basta per avere il perdono, una semplice multa come i suoi più rispettosi colleghi. Arriva l’inibizione, fuori dai giochi per tre mesi. Alla prossima sei mesi senza selfie…

Your Luca Uccello

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