Il commento tecnico: Umiliazione indelebile - Samp News 24
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2015

Il commento tecnico: Umiliazione indelebile

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“La palla non è mai fuori, la partita non è mai finita”. Questa frase, pronunciata spesso da mister Zenga in questo precampionato, mi è balzata alla mente continuamente durante lo scempio vergognoso andato in scena ieri sera in quel di Torino. Una pagina nera, nerissima della storia blucerchiata è stata scritta ieri durante il preliminare di Europa League contro l’ottimo e meritevole Vojvodina. Le parole pronunciate da Zenga alla fine della partita fanno capire, più di molte altre analisi, le motivazioni tecnico-tattiche che hanno condotto la Samp a una figuraccia indelebile. Il virus che ha colpito Regini (ma siamo seri?), imprevisto a quanto pare fondamentale per l’inserimento come centrale difensivo di Palombo (nonostante in panchina ci fossero sia Coda che Salamon) , il non voler cercare alibi apparentemente senza però rinunciare a una considerazione sul fatto che, a suo tempo, Zenga avesse chiesto di poter iniziare prima la preparazione (colpa delle regole italiane se camminavamo per il campo insomma). Richiesta però negata.  Tutte parole inutili (e non sono nemmeno tutte qui riportate) ed estremamente indicative sulla guida che ha portato la Samp a distruggere quanto aveva cercato con tutte le forze la scorsa stagione.

Il Doria presentato ieri da Zenga e dal suo staff è stato davvero terribile sia sotto il profilo dell’organizzazione di gioco ( e questo ci poteva stare, ma non così tanto) sia da quello fisico, vero elemento di grande diversità con gli avversari di Novi Sad. Un mese di preparazione fisica e tecnica per preparare un preliminare, crocevia della stagione, e un risultato clamorosamente negativo accertano che il lavoro fin qui fatto è stato un fallimento. «Siamo convinti di essere pronti, altrimenti non saremmo andati in ritiro dal primo luglio e non avremmo lavorato per farci trovare pronti il 30 di luglio». Queste le parole di Zenga nella conferenza stampa prima della partita. I fatti hanno dimostrato che il Doria è stato inadeguato sotto tutti i punti di vista, a cominciare da quello fisico, per finire con quello mentale.

Le due scelte maggiormente discutibili a livello di formazione costituiscono sicuramente un elemento di discussione forte. La prima è l’inserimento di Palombo come centrale difensivo in uno schieramento a quattro, apparso subito come un suicidio tattico. Il capitano blucerchiato, oggetto di molte critiche giuste e ingiuste nel post partita, non aveva mai giocato in quel ruolo né con Zenga, né tantomeno con altri allenatori (con Rossi giocava centrale in una difesa a tre, ben altra cosa rispetto alla posizione di ieri sera).  La differenza di passo e il mal posizionamento difensivo del capitano, abbinati comunque a una cattiva dinamica di squadra, hanno detto fin dai primi minuti che la strada difensiva sarebbe stata in salita. Pazienza sbagliare formazione ma perché non inserire in corsa un difensore vero? Perché non tornare sui propri passi se si è capito di aver fatto una grossa cavolata? La seconda scelta molto discutibile è stata quella di Krstitic, schierato in una zona di campo totalmente inutile se pensiamo alle sue caratteristiche. Certo c’erano solo tre attaccanti disponibili (se quelli che vogliono venire si lasciano a casa e quelli su cui si basa il progetto vengono ceduti due giorni prima dell’impegno che vale una stagione c’è ben poco da obbiettare) ma questo non giustifica assolutamente la mancanza di idee una volta appurato che quelle di partenza erano, diciamo così, non perfettamente funzionali al piano partita. L’elemento, comunque, estremamente preoccupante è stata la condizione fisica e psicologica con cui la Samp si è presentata a questo appuntamento fondamentale: scarichi, insicuri e costantemente in affanno. Inutile, secondo me, stare qui a parlare solo di formazione giusta o sbagliata. Cioè possiamo farlo ma non è questo il punto focale di questa disfatta. Il punto è: quale preparazione fisica, tattica e atletica è stata fatta per arrivare alla “partita delle partite” per fare una figura vergognosa e totalmente scioccante? Vero che stiamo parlando di una partita, verissimo. Ma non era una gara qualsiasi e non rappresenta sicuramente “una botta che ci farà bene”. Bene a chi?

Quattro gol a zero sono tanta roba, purtroppo in chiave estremamente negativa. La delusione e la rabbia per quanto assistito ieri sono veramente assordanti nel loro stridore. Il Doria è arrivato a giocarsi tutto contro una squadra discreta senza nemmeno entrare in campo. Al minuto 58’ la partita era già sottoterra assieme a ogni residua speranza.  Piatti, imbarazzanti e senz’anima. Inutile per i protagonisti parlare e dire che non ci sono alibi. Lo sappiamo già. Inutile anche andare sotto la curva e dire che è colpa tua, mister Zenga. Davvero non ce n’era bisogno. 

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