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Il doppio ex Carboni: «Con la Samp fu l’ingresso nel calcio che conta»

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In occasione del match che andrà in scena all’Olimpico domenica sera tra Roma e Sampdoria, un doppio ex, Amedeo Carboni, ha rilasciato alcune dichiarazioni a AS Roma Match Program. L’ex difensore ha vestito la maglia blucerchiata dal 1988 al 1990, mentre per ben sette anni si è accasato nella capitale (19990-1997), ed è proprio dall’attuale stagione dei giallorossi che comincia a parlare: «La stagione non stava entrando in una bella fase, la Roma da essere una delle più accreditate per lo scudetto si è trovata quinta. Il cambio di allenatore a mio parere è stato quindi necessario. Il ritorno di Spalletti, che è ben voluto nella capitale, ha portato energie mentali fresche. Perché di questo si tratta, è tutto un fattore mentale, perché la squadra ha un organico di alto livello – spiega – e può rimettersi in carreggiata con facilità. La Roma di oggi può solo fare meglio».

Sulla situazione in casa Samp, nonostante i risultati, Carboni sembra essere piuttosto fiducioso: «Anche loro stanno beneficiando del cambio di allenatore e sono in ripresa anche se rimangono sempre uno scalino sotto la Roma. Montella? Si è dimostrato un ragazzo intelligente, ha buone tecniche di allenamento. Soprattutto le sue squadre giocano un bel calcio, al di là dei risultati che ottengono».

La classifica è brutta, ed essere quartultimi comporta il rischio di retrocedere: «Credo che ce la faranno a salvarsi, la strada non sarà facile, ma penso possano riuscire nell’impresa».

Riguardo alla prossima partita, ci si chiede chi potrebbe decidere il risultato: «Non penso al colpo di uno, immagino che la Roma possa risolvere la gara su un’azione manovrata. Il rinnovato entusiasmo fa lavorare meglio la testa e muovere le gambe più velocemente».

Sebbene abbia giocato solo due stagioni con la maglia blucerchiata, Carboni le ricorda con orgoglio: «È stato il mio ingresso nel calcio che conta. Era un gruppo forte – ricorda – era la Samp di Vialli e Mancini, un grande club con una visione europea. Il primo anno abbiamo perso la finale di Coppa delle Coppe contro il Barcellona e l’anno dopo invece non abbiamo fallito».

Un’ultima battuta sul motivo dell’addio a Genova e sul passaggio tra le due presidenze, Mantovani da una parte e Dino Viola dall’altra: «Erano due personaggi simili, ma con approcci differenti. Ebbi delle incomprensioni con  alcuni giocatori a Genova e il mio passaggio in giallorosso fu la miglior cosa per tutti. Poi avevo l’opzione della Roma – conclude – e non esitai un attimo».

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