Il pagellone di SN24 - Manolo Gabbiadini - Samp News 24
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2015

Il pagellone di SN24 – Manolo Gabbiadini

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Se non si hanno molte possibilità di scegliere quale sia la decisione migliore, occorre accettare l’obbligo e seguire il triste scorrere degli eventi. È impossibile, in taluni casi, non provare rammarico, specialmente quando il giocatore partente ha garantito, vestendo gli abiti regali del miglior marcatore in blucerchiato, il terzo posto alla Sampdoria.
 
 
«È stato tutto bello». Con questa sintetica frase Manolo Gabbiadini si è congedato da tecnico, gruppo, società e tifosi, con quel fare quasi mai soddisfatto e sorridente ma, in cuor suo, consapevole di aver lasciato un buon ricordo nelle menti dei prima citati. Il tempo di prendere uno scatolone, richiuderlo e volare alla volta di Napoli, dove si pensava che il posto in Champions League fosse ormai assicurato. Ed ecco puntuale anche il suo regalo, la rete con la maglia azzurra proprio alla sua Sampdoria favorita dall’errore imperdonabile di Viviano. Ma non perché si debba punire il portiere, ci mancherebbe, bensì per non assistere a un timoroso festeggiamento e ribadire il concetto della disperazione, la stessa provata all’annuncio dell’arrivederci. È bello pensarla così, giacché, se ritornasse, significherebbe avere la Sampdoria nell’alta classe calcistica che le spetta.
 
 
La malinconia, indubbiamente, cresce all’elencare le sette preziose realizzazioni in maglia blucerchiata, le sette meraviglie dall’importanza di cui sono state insignite: la più gioiosa per il pubblico, però, deriva dalla punizione calciata nel derby di andata contro il Genoa, con un Perin incerto e la Sud che non credeva ai propri occhi. Gabbiadini ha firmato anche quella partita. Dalla doppietta, quindi, al Como in Coppa Italia all’ultimo sigillo contro l’Udinese, salutando a modo suo la tifoseria che tanto lo aveva acclamato e stimato. 
 
 
E proprio per questo la riconoscenza va mantenuta, anche se non la decisione della sua partenza non è stata accettata dai più. «Verrà uno migliore», «possiamo farne anche a meno», «al Napoli è più felice». Tutte parole spazzate via dal vento, perché quando c’era faceva comodo e nessuno si lamentava. È bello essere ottimisti, ancor più però romantici e onesti verso il mondo. E, soprattutto, dire grazie a colui che, a fronte del 7,5 in pagella, ha rappresentato un punto di svolta per questi colori.

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