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Marco Giampaolo e la Sampdoria: il coraggio delle idee

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“Mi arrampico da secoli
ogni parete è mia
sfidando leggi fisiche
paure e ipocrisia
le difficoltà si sommano
il mio limite qual’è
quanto potrò mai resistere
sempre appeso ad un perché”

Il coraggio delle idee di Renato Zero, il coraggio delle idee di Marco Giampaolo che sempre fedele alla sua linea ha l’unica grande colpa della sua carriera di essere sempre stato restio all’ammorbidirsi: che gran colpa quella di portare avanti le proprie idee con coraggio, al giorno d’oggi. Una persona meticolosa, attenta ai dettagli. Umile, riservato e schietto: chi conosce Marco Giampaolo lo definisce così. Un innovatore devoto al proprio mestiere con il quale si lavora con serenità e serietà. All’avanguardia. Un uomo che non accetta i compromessi e forse è stato proprio questo ad averlo penalizzato nella sua carriera e aver contribuito a etichettarlo come quell’allenatore dal carattere particolare. Più nei rapporti con i dirigenti che con i giocatori. Loro no, non lo avrebbero mai abbandonato: ovunque sia andato i giocatori lo avrebbero seguito in campo al mondo. Vedi il biennio a Siena, quando era giovane e in rampa di lancio, vedi ieri a Empoli, dove nessuno meglio di lui avrebbe potuto proseguire e migliorare il lavoro di Sarri. E lasciamo perdere quello psicodramma di Brescia, di cui si è parlato spesso a caso e anche troppo. Amare il proprio lavoro al punto da volersi mettere sempre in gioco, amarlo al punto di essere i peggiori sponsor di se stessi: la severa autocritica che lo ha portato a cercare la rinascita sportiva im Lega Pro, con la Cremonese: vivere o morire, rialzarsi o finire per sempre nel dimenticatoio.

Un suicidio annunciato per molti, ma non per lui: idee chiare e ben definite, come ci si aspetta da chi come lui non ha mai accettato compromessi nella vita, che lo hanno fatto tornare alla ribalta. E quella voglia di rimettersi in disucssione che lo ha portato l’anno scorso a firmare un contratto annuale, proprio perché chi come lui ama le sfide con se stesso, la conferma se la deve guadagnare sul campo. Quel campo che oggi più che mai vive di risultati e poco importa di come questi arrivano. E anche qui Giampaolo è una sorta di mosca bianca, perché vincere senza aver imposto il proprio gioco è vittoria che per lui vale meno della metà. Non aspettatevi un uomo loquace, non aspettatevi un allenatore esplosivo in conferenza stampa, di quelli che piacciono tanto a Sky e Rai per intenderci, no. Perché le copertine a Marco Giampaolo non interessano. A lui interessa esprimere il proprio calcio, a lui interessa che si parli del suo calcio. Sedotto e abbandonato per ben due volte dalle grandi, l’augurio di tutti è che la sua big possa chiamarsi Sampdoria. Perché oggi più che mai, la Samp ha bisogno di trovare con decisione la retta via, non delle copertine patinate. No, Giampaolo alle luci della ribalta ha sempre preferito il suo fedele sigaro e un bicchiere di buon vino. E come dargli torto?

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