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Fra l’incudine e il martello: Sampdoria, vendere presto è un rischio che si paga

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La fretta nel chiudere alcune operazioni di mercato in uscita non ha aiutato la Sampdoria, che si trova ora con l’acqua alla gola per trovare i sostituti

La Sampdoria, in questo calciomercato, ha ceduto diversi pezzi pregiati della scorsa stagione: hanno salutato Genova, infatti, Muriel, Fernandes e Skriniar, in attesa di capire cosa farà Schick – le cui visite, in programma fra pochi giorni, saranno decisive. A rimpiazzare i partenti sono arrivati diversi nuovi profili – Murru, Caprari, Kownacki -, ma la sensazione è che a questa squadra manchi ancora qualcosa per dirsi completa. Se il problema non riguarda tanto la trequarti, con Dennis Praet che sembra essere stato designato il titolare nel ruolo, la mancanza di alternative si fa sentire ancora in parte in attacco – ruolo in cui un altro attaccante dovrà arrivare, che si tratti o meno di Schick – e, soprattutto, in difesa. Mister Giampaolo ha lanciato l’allarme da tempo, sottolineando che il difensore per sostituire Skriniar sarebbe dovuto arrivare ad inizio ritiro, ma le cose ancora non sono cambiate, tanto che, in questo momento, l’allenatore blucerchiato si trova in rosa, oltre a Silvestre e Regini, solo due giovani come Simic e Leverbe. Dinamiche, queste, inevitabili per il modo in cui la Sampdoria ha operato in questa sessione estiva di calciomercato. Prendiamo ad esempio proprio la difesa.

La cessione di Skriniar ha rappresentato certamente un toccasana a livello economico e a livello tattico – nel senso che è arrivato Caprari per completare l’attacco blucerchiato -, ma la fretta di chiudere l’operazione con l’Inter, che spingeva per avere il difensore il prima possibile, ha portato la Sampdoria a vendere un pilastro del suo pacchetto arretrato senza avere immediatamente un’alternativa a disposizione. La ricerca è iniziata immediatamente, certo, ma le tempistiche del mercato si conoscono: trattative come quella per Meré si sono prolungate a lungo per poi svanire come bolle di sapone. Operazioni importanti, come quelle per Ferrari e Colley, sono arrivate a richiedere esborsi talmente elevati – nell’ordine dei 10 milioni – che la dirigenza blucerchiata ha dovuto tergiversare. E, anche nel caso di un’operazione low-cost come quella legata a Rossettini, la Samp non sembra padrona del proprio destino, ma, anche in tal caso, dipende della decisioni altrui; il Torino, infatti, prima di cedere il giocatore dovrà trovare un sostituto. E lo potrebbe fare senza fretta, mentre i blucerchiati hanno un bisogno vitale di un difensore. E’, a monte, l’impostazione del mercato a sembrare errata: la Samp si trova in questo momento fra l’incudine e il martello, fra richieste esose e temporeggiamenti che non la aiutano a trovare sul mercato ciò che cerca. Non sarà facile chiudere a breve le varie operazioni in tal modo, e mister Giampaolo potrebbe esser costretto ad abbracciare i nuovi arrivi solo verso la fine del calciomercato, quando le operazioni delle varie squadre di Serie A si sbloccheranno.

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