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Editoriale

La stagione finisce qui

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Seconda sconfitta consecutiva, stavolta tra le mura del Ferraris, contro un Crotone coraggioso, ma che ha raccolto pochissimo durante la stagione

La Sampdoria ha mollato e ha deciso di farlo a poche partite dalla fine del campionato. Lo ha fatto proprio nel momento in cui il calendario e anche i risultati delle altre squadre le stavano venendo incontro: così come il Crotone era costretto a fare bottino pieno ogni settimana e sperare che le altre squadre rallentassero, allo stesso modo doveva fare il Doria, nel suo obiettivo di raggiungere l’ottavo posto. Così non è stato, perché la Fiorentina si è allontanata, nonostante la sconfitta con l’Empoli, e il Torino ci ha superato. Qualcuno diceva che se fosse sfumato l’ottavo posto, almeno sarebbe stata una vittoria finire la stagione sopra Sinisa Mihajlovic: adesso non c’è nemmeno più quell’aspetto da tenere in considerazione. Un rammarico troppo grande, anche a fronte del fatto che con i tre punti di Reggio Emilia e quelli di ieri sera saremmo stati a cinque lunghezze dall’Inter e sette dal Milan, squadre che, soprattutto la prima, sembrano destinate a perderne altri di punti. Abbiamo mollato nel momento in cui, classifica alla mano, si poteva fare qualcosa di grande e di inaspettato.

Se però il dispiacere del non aver assalito la classifica è moderato, ancora più grande è l’aver concesso al Crotone la possibilità di vincere al Ferraris: nulla contro i pitagorici, perché la loro rincorsa alla salvezza è epica, così come l’inanellarsi di tutti i risultati utili collezionati nelle ultime quattro giornate, ma il discorso salvezza andava chiuso. Tutto sembrava messosi in discesa dopo l’ottimo gol di Schick, per il quale si sono già sprecati i paragoni, le esaltazioni, i complimenti e gli accostamenti a Bergkamp, ma poi il ceco è completamente sparito dal campo, soprattutto nel secondo tempo, forse perché appagato, forse perché stancato da tutte le giocate della prima frazione di gara. Con lui, però, il resto della Sampdoria ha tirato i remi in barca: lo fa Skriniar, che praticamente spalanca la porta alle due reti del Crotone, lo fa Bruno Fernandes, autore di una prestazione talmente incolore da spegnere tutte le variazioni cromatiche presenti sulla sua maglia. Probabilmente dopo le fatiche della parte centrale della stagione, da gennaio a oggi, la rosa non ne ha più, ha terminato la benzina, vorrebbe un ricambio: se in difesa, però, non ne abbiamo, sulla trequarti campo siamo più che forniti. Se quindi dobbiamo rinunciare agli obiettivi, che almeno si provi qualcosa di nuovo, si vada in campo per sperimentare e per renderci conto di chi, durante l’estate, effettivamente può portarci utile e chi, invece, può abbandonare la causa blucerchiata. Che si facciano prove e tentativi, invece di andare in campo senza, effettivamente, un obiettivo che sia meritevole di una lotta.

Nella negatività voglio trovare delle note liete, però: Schick ha siglato il suo decimo gol e oltre a confermarsi l’Under 21 che ha segnato di più in Italia, è diventato il miglior marcatore della Sampdoria insieme con Luis Muriel, che è ancora alle prese con il suo infortunio occorsogli in Nazionale. C’è di più, perché a livello Europeo Schick è anche il quarto giocatore più giovane con dieci reti all’attivo, dopo Mbappé, prossimo avversario della Juventus in Champions League, Dele Alli e Timo Werner. Se quindi all’estero si beano per questi risultati, possiamo farlo anche noi e sicuramente il nostro ceco si sta ritagliando un posto importante anche sulle vetrine internazionali, dove le statistiche si guardano e si contestualizzano quasi con la stessa intensità nostra. Positiva, infine, anche la prestazione di Puggioni, che quando chiamato in causa ha sempre saputo rispondere in maniera adeguata: avere un dodicesimo così è una certezza, perché viste le difficoltà di Viviano, sia dal punto di vista fisico che disciplinare, non doverne sentire la mancanza è fondamentale. Viene però un dubbio, ossia quello della convivenza dei due estremi difensori: per quanto avere una rosa così fornita e rimpinguata sia un pregio, mi domando se ha davvero senso avere due portieri così, che potrebbero effettivamente essere titolari in due squadre di Serie A. Domanda che forse si porrà anche l’area tecnica, per trovare poi una soluzione: magari tenendoli entrambi e perfezionando, in entrambi i casi, l’angusto capitolo dedicato alle uscite, lacuna per l’uno e per l’altro.

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