Europa League, Zenga: «Onorato di iniziare col Vojvodina. Sorteggio pilotato dal destino» - Samp News 24
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2015

Europa League, Zenga: «Onorato di iniziare col Vojvodina. Sorteggio pilotato dal destino»

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Vigilia del terzo turno preliminare di Europa League: Walter Zenga, dalla sala stampa dell’Olimpico di Torino, stadio neutro scelto dal Doria per disputare la gara d’andata a causa dell’indisponibilità dell’impianto del Ferraris, si presenta ai giornalisti per commentare la gara che sarà contro il Vojvodina. A seguire la rifinitura della Sampdoria. Fischio d’inizio domani alle 21, con diretta in chiaro su Rai 2.

«Siamo convinti di essere pronti, altrimenti non saremmo andati in ritiro dal primo luglio e non avremmo lavorato per farci trovare pronti il 30 di luglio. Che il confronto si giochi sui 180 minuti è noto, è da quando questa competizione esiste: rispettiamo moltissimo il Vojvodina, li conosciamo, li abbiamo visti, come loro hanno visto noi e conoscono noi. Abbiamo la massima convinzione di giocare un’ottima partita, liberi di mente, senza assilli e con grande serenità».

«Sono molto felice e onorato di iniziare questa avventura europea in una nazione dove ho avuto la fortuna di allenare una grande squadra e di conoscere della gente meravigliosa: un anno a Belgrado per me non è stata solo una scuola importante, ma anche una scuola di vita. Ho ancora tantissimi amici lì e ho passato un anno meraviglioso. In più questa doppia sfida ci lega doppiamente alla persona di Vujadin Boskov che a Genova è nella storia e a Novi Sad è la storia. Doppiamente legato. Ogni allenatore penso abbia preso Boskov come punto di riferimento perché ha fatto qualcosa di meraviglioso nel calcio, non ultimo portare la Sampdoria a vincere lo Scudetto, che non è poco. Un mix di situazioni che secondo me fanno pensare che questo sorteggio sia stato pilotato dal destino».

«Abbiamo studiato loro come loro hanno studiato noi: nel 2015 non c’è un segreto, basta andare su WyScout e trovi tutto. Loro hanno visto le amichevoli con il Trapani e con il Kallonis, non ci sono segreti. Loro verranno qui per giocare un determinato tipo di partita, cambieranno qualcosa perché ci hanno studiato. Normalmente io studio gli avversari perché da allenatore con il mio staff ho necessità di conoscere tutti, ma voglio che i miei giocatori si esprimano al meglio della loro possibilità e senza pensare al resto».

«Ho allenato tante squadre nell’est europeo, la Stella Rossa, la Steaua, la Dinamo: con la Stella abbiamo perso soltanto due partite, una a Novi Sad, 1 a 0. Me la ricordo perché avevamo giocato in Norvegia il giovedì sera e andammo in trasferta la domenica sera: mi ero molto arrabbiato perché non mi avevano dato il posticipo. La partita di ritorno me la ricordo bene perché vincemmo lo scudetto in quella sfida. Ma sottolineo che allenando le squadre dell’est europeo e soprattutto in Serbia e in Romania, so qual è il valore per loro di queste sfide internazionali. Conosco la voglia di mettersi in mostra e questo va oltre il reale valore qualitativo di una squadra».

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