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Mani magiche, parlano i fisioterapisti: «Insieme per aiutare la Sampdoria»

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I fisioterapisti della Sampdoria escono allo scoperto e si raccontano a Samp TV: parola a Doimi, Lo Biundo, Cappannelli e Traggiai

Gli impegni con le nazionali e il prossimo turno di campionato contro l’Inter non offrono molto tempo alla Sampdoria per ricaricare le batterie e smaltire alcuni acciacchi fisici rimediati sul campo. Per fortuna ci sono i fisioterapisti, durante l’anno nascosti alle telecamere per svolgere con i fatti il proprio lavoro. Questa volta, però, sono usciti allo scoperto grazie a Samp TV, che ha permesso loro di raccontare le proprie esperienze lavorative e le emozioni che vivono nella sala massaggi in compagnia dei blucerchiati. A partire da Mauro Doimi: «Sono arrivato nel 1989, il mio collega di riferimento a quei tempi era Ezio Marchi, il capo dello spogliatoi, mentre Sergio Viganò si è unito l’anno dopo. Ho lavorato con loro rispettivamente fino al 1995 e al 1997, mi hanno insegnato l’arte di vivere qui e fare il nostro compito. Quando la squadra vince si gioisce, ma dobbiamo restare sempre pronti per preparare la partita che verrà. Dobbiamo sottostare alle necessità di allenatore e giocatori sia a livello di mente sia di fisico: aiutiamo tutti a trarre il meglio da loro stessi».

LO BIUNDO VETERANO, CAPPANNELLI FRESCO DI RITORNO – La parola passa poi a Maurizio Lo Biundo, colui che corre in campo con Amedeo Baldari: «Sto passando il decimo anno alla Sampdoria. Prima ho avuto esperienze in categorie minori, a Carpenedolo, e mi occupo della riabilitazione dei ragazzi. Il nostro lavoro è in continua evoluzione, ma un bravo fisioterapista deve saper usare le mani e la testa. i macchinari ci danno un grosso e valido aiuto, ma il primo approccio deve avvenire attraverso la manualità. Nel periodo estivo i giocatori si allenano molto e dobbiamo stare loro vicino, ciò che è stimolante è assistere alla loro preparazione. In settimana invece c’è molta prevenzione». Per l’osteopata Roberto Cappannelli si tratta invece di un ritorno: «Nel 1997 ho preso contatto con la Sampdoria per seguire alcuni giocatori, ma ho lasciato nel 2003 per dedicarmi al libero professionismo. Sono poi tornato nel 2012 per riprendere appieno il mio lavoro. La figura del fisioterapista è impostata sul tempo, non ha mai fine perché dobbiamo occuparci dei giocatori anche a domicilio e nel fine settimana. Il punto chiave è avere una muscolatura rilassata e senza tensioni, ma è molto importante creare un rapporto stretto con i ragazzi e il giusto contesto per favorire il loro recupero».

TRAGGIAI CALA IL POKER – Tocca infine a Luca Traggiai, che si occupa della gestione degli allenamenti. Dopo aver svolto alcuni mesi lavorativi in Portogallo, precisamente all’Olhanense, è arrivato a Genova per impegnarsi con il settore giovanile blucerchiato. Per lui è il primo anno con la squadra maggiore: «Mi occupo della prevenzione e del primo soccorso durante le sessioni di allenamento settimanale. Conosciamo ogni punto debole del calciatore, interveniamo dove c’è più bisogno. Per me la domenica è incredibile, la sento come se giocassi: fa parte del mio carattere, sono focoso e vivo le stesse emozioni dei giocatori. Difficilmente la notte riesco a dormire».

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