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2014

Mustafi: «La Samp sarà sempre un po’ casa mia. Soriano? Un fratello»

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In Spagna ormai si è ambientato, ma Shkodran Mustafi continua a seguire la Samp, seppur da lontano. Il campione del Mondo 2014 non si è dimenticato di quanto ha vissuto a Genova. Due anni e mezzo intensi, poi il passaggio al Valencia per otto milioni di euro dopo il Mondiale. Un Valencia da battaglia, visto che la squadra di Nuno Espirito Santo mette paura persino a Barcellona e Real Madrid. Una crescita grandiosa quella di Mustafi: «Quest’anno sono successe delle cose che per un calciatore nel migliore dei casi ci vogliono 8-10 anni perché avvengano. Ho avuto soddisfazioni inimmaginabili. Dire che sono felice è riduttivo».

2014, ANNO D’ORO – Il merito è da ascrivere al ragazzo tedesco: «Certamente ho creduto e voluto tutto quello che mi è successo. È stata premiata la mia tenacia: nel calcio, come nella vita, non sei mai sicuro di nulla. Magari pensi di fare un passo in avanti e invece sbagli e ne fai uno indietro. Io ho cercato sempre di fare passi avanti e mi è andata bene». Quando si è trasferito al Valencia, forse non si aspettava di lottare per il titolo sin da subito: «Sapevo che era un club forte, con l’ambizione di tornare a grandi livelli. In Spagna lo reputo il terzo club per importanza dopo Barcellona e Real. Detto questo, bisogna stare molto attenti a parlare di grandi obiettivi, perché siamo un gruppo giovane che non deve vivere neppure partita dopo partita, ma giorno dopo giorno. Stiamo dando il 100% ma sappiamo che non possiamo mollare».

CUCINA E TIFOSO BLUCERCHIATO – C’è chi in Spagna si è offeso perché Mustafi ha ammesso di preferire la cucina italiana alla paella: «Confermo che continuo a mangiare piatti della cucina italiana. Dopo quella di mamma, per me è la migliore». Un pensiero l’avrà fatto anche sulla Samp: «Ad agosto ha perso un giocatore, ma ha guadagnato un grande tifoso che la segue dalla Spagna – ribadisce il tedesco ai microfoni de “Il Secolo XIX” -. Ovviamente sono sempre in contatto con i miei ex compagni e dopo il derby sono tornato a Bogliasco per fare festa. Anche se sono andato via, quella è sempre un po’ casa mia».

SAMP D’ALTA CLASSIFICA – La Samp è quarta al momento: «Io conosco i giocatori, il mister, la società e i tifosi. È un club che ha tutto per fare una grande stagione, ma è un po’ come il mio Valencia: deve pensare partita dopo partita e dare il massimo senza fare troppi calcoli. Con uno come mister Mihajlovic tutto può succedere. E poi lasciate fare a mio fratello Roberto (Soriano, ndr), che ci pensa lui a risolvere le gare (sorride, ndr)». Un Samp-Valencia in Champions 2015-16 forse è troppo…: «Sarebbe un sogno, ma non è ciò che dobbiamo pensare né noi del Valencia, né i miei ex compagni. Nel calcio tutto è possibile e il mio ultimo anno è la dimostrazione, ma alle cose bisogna sempre crederci in silenzio e lavorare sodo senza distrarsi».

FRATELLO ROBI – Ci si chiede se ha trovato un altro compagno come Soriano a Valencia: «Qui in Spagna ho tanti nuovi grandi amici, ma Robi è Robi. Siamo due fratelli, ci siamo trovati subito a Bogliasco: due teste uguali, due modi simili di divertirci. Un’affinità molto forte che va al di là dell’amicizia, lo considero davvero mio fratello e sono felice per la nazionale, che ha conquistato e merita». Domani ci sarà Italia-Albania. E proprio il ct degli albanesi, De Biasi, ha provato a convincerlo in tutti i modi lo scorso anno a giocare per loro: «Con l’Albania sono sempre stato onesto e ho grande rispetto per il ct De Biasi, che mi ha cercato più volte in passato. Non rinnego nulla: la mia famiglia è albanese, le mie origini sono lì, ma io sono nato in Germania e ho fatto tutta la trafila con loro».

SLIDING DOORS – Nel finale, ci si chiede se Mustafi spesso ripensi al maggio 2014. All’inizio il ct Loew l’aveva escluso dai 23 per il Brasile. Poi l’infortunio di Marco Reus in un’amichevole contro l’Armenia ha cambiato tutto e Mustafi è potuto diventare campione del mondo, anche giocando un paio di gare: «Se lo ricorda sopratutto Roberto (Soriano, ndr): stavamo per andare in vacanza e io sono volato in Brasile da un’ora all’altra (ride, ndr). Che emozione in quelle ore, come scordarle. Ma questo sono io: non mi rilasso mai, non avevo buttato già la testa per quell’esclusione dalla spedizione in Brasile e questo atteggiamento mi ha premiato».

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