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Editoriale

Freno a mano

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Un altro punto strappato al Palermo, come all’andata, e il gol di Quagliarella, che pur non brillando riesce a risolvere la sfida riscattando un errore del primo tempo. Una Sampdoria non brillante, ma che riesce a concretizzare: c’è da lavorare, però.

 

Che a questo campionato non avessimo più niente da chiedere era chiaro da qualche settimana, anche se io stesso pochissime giornate fa mi ero permesso di sognare in grande. Poi chiaramente il pareggio in corsa col Cagliari ha smorzato un po’ l’entusiasmo e la stessa cosa fa quello di ieri col Palermo. Siamo onesti: l’unico obiettivo di questa Samp, allo stato attuale, è far crescere il più possibile i giovani che ha in squadra e arginare quella problematica che è propria degli undici con una età media così bassa, leggasi l’alternanza dei risultati. C’è da dire che aver trovato l’undicesimo punto su quindici disponibili nelle ultime cinque partite dà soddisfazione, ma forse ancora di più ne dà aver strappato, per la seconda volta quest’anno, il pareggio al Palermo, condannandolo sempre più alla zona retrocessione. Se posso, però, concedermi una variazione sul tema, all’annuncio delle formazioni ufficiali desideravo ardentemente che Schick potesse, da titolare, sfornare la prestazione tale da poter incorniciare il suo talento crescente. Non mi ha accontentato, anzi è sembrato abbastanza inconcludente, nonostante qualche tentativo in corsa, soprattutto nel primo tempo: troppe volte, però, si è sovrapposto a Quagliarella e altrettante volte non ha saputo trovare la giocata che, quando entra in corsa, risolve la partita. Un peccato, ma essendo un ’96 io aspetto, così come dovremmo fare un po’ tutti, anche a fronte del fatto che due anni fa il Doria ha fatto un investimento importante per un ’97 che non ha ancora deciso cosa fare del proprio futuro (Bonazzoli).

In ogni caso è tutta la Samp che è sembrata abbastanza spenta contro il Palermo, che chiaramente aveva ben altro da chiedere sia alla partita che al campionato. Lo stesso Djuricic, al debutto da titolare, poteva e doveva far vedere qualcosa in più, soprattutto a fronte di quanto è costato il suo riscatto, perché aver ceduto Pereira ha avuto comunque un costo in termini di mancato guadagno. Ma non voglio essere, ripeto, troppo critico, perché l’esordio di questa disamina resta il fulcro di tutto: la Samp non ha più niente da chiedere a questo campionato, se non la crescita dei suoi giovani. Quindi che continuino a crescere e che si inizi a ragionare sull’unico vero obiettivo rimasto, il derby. Perché, beneficiato dal fatto che la Samp abbia giocato a orario di pranzo, buttando lo sguardo sull’altro lato della città non sembra le cose stiano andando bene, nemmeno dopo il cambio di allenatore. Quindi, senza voler profetizzare, con un po’ di concentrazione e giocando a calcio come Giampaolo sta insegnando a questi ragazzi, una soddisfazione nel girone di ritorno possiamo levarcela. Chiudo con una statistica che non può che farci piacere: la Sampdoria rispetto allo scorso anno ha dieci punti in più in classifica, che dopo 26 giornate sono decisamente tanti. Come ha sottolineato Simone Inzaghi dopo la vittoria sull’Udinese, con i 50 punti totalizzati dalla Lazio (record per i biancocelesti a questo punto della stagione), ci si aspetterebbe una posizione diversa in classifica, ma è stato un campionato particolare, condizionato soprattutto dal freno a mano tirato dalle ultime tre della categoria: forse anche il Doria, con i suoi 35 punti, sarebbe potuto essere altrove. Inutile, però, rammaricarsi: se ricominciano con questo organico, per il prossimo anno, e questo allenatore, scevro da qualsiasi tipo di seduzione, con qualche innesto di valore, un paio di gioie possiamo togliercele.

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