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Pereira e il suo Portogallo campione: «Gioia enorme e stimolo per i giovani»

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Grazie al gol di Eder, il Portogallo è riuscito a sconfiggere la padrona di casa di EURO2016, la Francia, e a sollevare la prima coppa della sua storia. Una gioia immensa per il popolo portoghese, che può finalmente trionfare a una vittoria della propria Nazionale.

Anche in casa Sampdoria c’è chi esulta, ed è Pedro Pereira. Il terzino blucerchiato, arrivato un anno fa dalle giovanili del Benfica, ha raccontato ai microfoni di SampTV come ha vissuto quella magica sera di domenica: «E’ stata una vittoria molto importante, il Portogallo non aveva mai vinto nessun trofeo del genere. Abbiamo fatto una finale nel 2004, che non ricordo bene perchè ero piccolo, ma aveva avuto un impatto enorme sulla gente, che scendeva in strada con la macchina e suonava il clacson perchè era troppo felice. Quano Eder ha fatto quel gol è stata una gioia enorme, siamo esplosi». 

«Ho visto il primo tempo a casa – prosegue – con la mia ragazza e suo fratello, ed è stato difficile perchè la Francia stava giocando bene e poi c’è stato l’infortunio di Ronaldo molto presto. Il secondo tempo l’ho visto in albergo, e dopo la fine dei tempi regolamentari avevo capito che il Portogallo avrebbe potuto farcela, perchè è una squadra abituata  a soffrire e queste partite fanno per noi». 

Nonostante la qualità degli organici che ha sempre contraddistinto la sua Nazionale, il Portogallo non era mai riuscito a vincere una finale di competizioni internazionali: «E’ strano per un paese che ha avuto sempre tanti giocatori e squadre di massimo livello, ci è sempre mancata la stella della fortuna. Questo Europeo è stato di sofferenza, all’inizio nessuno pensava che avremmo potuto vincerlo, ma ho visto una squadra molto unita e sembrava che avesse giocato insieme tutto l’anno. Mi è piaciuto molto quando, nonostante l’infortunio, Ronaldo è rimasto a parlare con allenatori e compagni; sapeva di dover rimanere lì vicino perchè è una presenza importante per la squadra, è un capitano».

Chissà che questo Europeo vinto non sia solo il primo di una lunga serie: «Io penso che il più difficile da vincere sia sempre il primo, ora i giocatori che hanno vinto avranno voglia di vincere sempre più trofei. E’ uno stimolo anche per i più giovani – conclude – per lavorare di più e arrivare un giorno a quei livelli».

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