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Quagliarella: «Felice se il Napoli pensasse a me, ma sto bene alla Samp»

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L’attaccante della Sampdoria si sfoga dopo la condanna allo stalker e ripensa a cosa sarebbe stato della sua carriera se l’incubo non fosse mai cominciato

«Aspettavo arrivasse il giorno in cui poter raccontare tutto». Adesso Fabio Quagliarella può parlare liberamente, può sfogarsi dopo cinque anni di sofferenza a causa di uno stalker che ne ha palesemente rallentato l’ascendente carriera calcistica, costringendolo a lasciare Napoli e attirare le ire dei tifosi partenopei: «Non so cosa gli sia passato per la testa, era un mio caro amico e poliziotto, lo reputavo una persona di fiducia. Gli spiegai inizialmente un problema legato alle password, che lui risolse in breve tempo. Poi cominciarono ad arrivare lettere anonime con foto di ragazzine nude in cui c’erano accuse di spaccio di droga, calcioscommesse, pedofilia, camorra. Minacciavano anche mio padre, gli dicevano che mi avrebbero sparato o che avrebbero fatto saltare il palazzo con una bomba. Mi sentivo osservato, qualsiasi dettaglio avrebbe potuto trasformarsi in pericolo. Raffaele Piccolo era un uomo di casa, comandava il giochino dicendoci cosa avremmo dovuto fare: una volta di prendere le impronte digitali dei sospettati, poi ci assicurava che saremmo stati vicini alla verità, infine ci metteva uno contro l’altro. C’era tensione in famiglia. Confessavamo a lui qualsiasi cosa, era questo il suo vantaggio. Le mie denunce erano vane, non venivano presentate perché lo stalker le teneva tutte in casa sua».

ADDIO NAPOLI – Da lì a poco, la fine dell’avventura di Quagliarella con la maglia azzurra«Le lettere, inoltre, sono arrivate anche alla società per la quale giocavo e prima di una trasferta in Svezia, in cui sapevo di essere titolare, mi era stato comunicato che invece sarei rimasto in panchina. Così mi hanno venduto alla Juventus e mi hanno accusato di essere partito per soldi, cosa non vera perché guadagnavo tanto quanto a Napoli. Non potevano sapere il motivo, ma io li amavo. Ho provato a piccoli passi a far capire loro quanto mi sentissi napoletano dentro, il gesto di scuse nei loro confronti dopo il gol al “San Paolo“ mi è costato il trasferimento dal Torino alla Sampdoria. Penso che questa vicenda abbia danneggiato la mia immagine professionale e sportiva, sarei felicissimo se solo il Napoli pensasse ancora a me nelle prossime finestre di mercato. Non parlo di trattative, sono cose che riguardano i club e io sono felicissimo qui a Genova, però mi aspetto un po’ di riconoscenza dopo tanti insulti e maleducazione per reati che non avevo commesso. Mi immaginavo – conclude amaramente Quagliarella a Le Iene – capitano di questa squadra, così come ho provato un’emozione fortissima vestendo la fascia con i blucerchiati». L’intervista si conclude con le testimonianze del padre e dell’amico«Era contentissimo non appena aveva firmato per il Napoli, sembrava un bambino al telefono. Lo stalker ha commesso un piccolo errore e abbiamo subito capito che era lui la merda, aveva cancellato un messaggio di insulti che avrebbe ricevuto e questo suo passo falso ci ha permesso di avviare le indagini contro di lui».

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