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Sampdoria-Milan, Giampaolo: «Andiamo oltre le nostre possibilità»

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Meno di ventiquattro ore alla sfida tra Sampdoria e Milan sul campo del “Ferraris”: la conferenza stampa di Giampaolo

Sampdoria-Milan è alle porte, aprendo di fatto la domenica calcistica di Serie A. I blucerchiati tornano a calcare dopo un mese il manto erboso del “Ferraris”, è tanta l’attesa per una sfida che vedrà contrapporre i rossoneri di Vincenzo Montella ai blucerchiati di Marco Giampaolo. Il tecnico doriano, in conferenza stampa, presenta la gara accompagnato dal direttore sportivo Carlo Osti e il presidente Massimo Ferrero: «Non è cambiato nulla, la squadra ha ripreso il percorso dopo l’interruzione forzata. Ritroviamo il nostro stadio, il nostro pubblico. E penso che sia anche una soddisfazione per i nostri tifosi che hanno viaggiato molto per sostenerci. Terza gara in una settimana? Chi doveva riposare ha riposato, gli undici sono in grado di sostenere un impegno difficile contro una squadra forte, tentando di essere competitivi come ho detto già settimane fa».

Si passa, poi, alla descrizione del diretto avversario: «Il Milan è una squadra che ha un’idea di gioco chiara, un’impalcatura ben definita: è forte sulla gestione della palla e sul piano tecnico. Saremo noi a dover andare oltre alle nostre possibilità per tenere testa a un Milan di grande qualità. Hanno il secondo miglior possesso palla, è una squadra che tende ad allungarti, a smagliarti, a farti fare corse lunghe. Dovremo essere bravi a riconoscere le situazioni di gioco dove il Milan è forte e ha padronanza. Dovremo fare di più di quello che possiamoUltimamente sta giocando con questa difesa a tre, ha grandi palleggiatori, due attaccanti forti in avanti. Me lo aspetto identico a come ha giocato le ultime due partite. Noi dovremo essere bravi nella contrapposizione, dobbiamo andare oltre, capire bene le dinamiche dell’incontro. Se facciamo le cose per bene anche noi possiamo dire la nostra. Il Milan ha fallito con la Lazio? Ho visto tre o quattro partite, so come si esprime. Spesso gioca in 12 utilizzando molto il portiere per ribadire il possesso palla nel possesso palla. So cosa ci aspetta, i ragazzi penso che abbiano capito che partita devono fare. Poi dentro la partita ci sono tante cose, passione, entusiasmo».

Giampaolo ritorna sulla trasferta di Verona: «Il mio obiettivo è quello di renderla competitiva, quindi di non partire battuti il campionato dirà cosa siamo oggi, cosa saremo tra due e otto mesi. Se il presidente dice che dobbiamo essere migliori dopo le sei e arriveremo lì, avrà avuto ragione lui. Se no, avrò sbagliato ioLa partita di Verona dovevamo vincerla, per quanto prodotto nel secondo tempo. Non c’è soddisfazione o delusione. Perché la squadra non è che ha rinunciato a giocarsela, ha trovato solo difficoltà: sono mancate le chiavi per portarci in vantaggio. Non è mancata la volontà, è mancata la precisione. Ci sono mancate certe letture, c’è un po’ di rammarico. Ma la delusione arriva solo se le partite non le giochi, in questo caso non possiamo parlare di delusione. Bisogna sempre valutare l’altezza dell’asticella, io non la alzo o abbasso, vado avanti partita dopo partita per migliorarci sempre».

Infine, l’elogio ai tifosi e un futuro possibilmente lontano: «Ho massacrato i ragazzi con sedute video, non c’era il tempo per stare sul campo. Ho cercato di essere più chiaro possibile. Gli interpreti di quello che ci siamo detti sono loro i calciatori e spero di aver reso più chiara la partita che dovranno disputareLe mie ambizioni personali? Personalmente sono felice alla Sampdoria, ho cinquant’anni. Se devo pensare a un ipotetico futuro magari mi piacerebbe allenare l’Inter e poi aprirmi una scuola calcio. Quando vedo i tifosi a seguito, provo la pelle d’oca. Quando ci sono sostenitori al seguito entusiasti, posso essere solo che felice. Se lo possono fare senza gli aspetti burocratici come la tessera del tifoso è senso di Libertà. I comportamenti determineranno in futuro l’abolizione, ma per me bisogna tornare all’antico: parto e vado a sostenere la mia squadra. Non devono esserci limitazioni, è un problema di educazione civica».

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