Silvestre: «Merito la chiamata della nazionale. Italia o Argentina? Non ne parlo ora» - Samp News 24
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2014

Silvestre: «Merito la chiamata della nazionale. Italia o Argentina? Non ne parlo ora»

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Strano a dirsi, ma il bomber che sa come affrontare il Cesena è… Matias Silvestre. Tra i giocatori blucerchiati, l’argentino è quello che ha segnato più gol al Cesena (due), la sua vittima preferita insieme alla Lazio: «Non lo sapevo. Me ne ricordo però solo uno, con il Palermo a Cesena (22 aprile 2012, ndr) di testa». L’altro fu a Catania (22 settembre 2010, ndr) sempre di testa: «Devo andarmelo a rivedere… zero assoluto. Beh, mi fa piacere, ma è solo una statistica: è importante vincere. Poi chi segna, segna». Qualche gol in carriera Silvestre l’ha fatto: «La media è 3-4 a stagione. Nel Boca Juniors ero stato il difensore che aveva segnato più gol in un Torneo di Clausura: 4 gol in 19 partite. Qua lo staff tecnico è bravissimo a preparare i calci piazzati e un paio di occasioni le ho già avute…».

L’ORCA E IL GIOCO AEREO – Silvestre segna quasi esclusivamente di testa e il difensore spiega il suo segreto ai microfoni de “Il Secolo XIX”: «È una delle mie caratteristiche. Da ragazzino ho giocato nel Club Parque, satellite del Boca Juniors. E lì curavano molto la tecnica: destro, sinistro, stop di petto… per il gioco aereo c’era la “orca”. Una barra d’acciaio al quale è appeso con un filo il pallone, tipo pendolo. I ragazzi si mettono in fila: il primo salta e colpisce la palla, che inizia a roteare avanti e indietro. Il ragazzo dopo scegliere il momento giusto per colpirla. E così via. Mi è servito tantissimo quest’allenamento: ha aiutato a costruirmi una tempistica che ho ancora oggi. E per un difensore il gioco aereo è fondamentale».

PASSATO BOCA – Oltre a essere un difensore goleador, la sua carriera è cambiata dopo aver subito una sconfitta per 8-0: «Vero. Giocavo nel club della mia città, Mercedes, contro il Club Parque. Perdiamo 8-0, ma l’osservatore del Boca – il famoso Ramon Maddoni, scopritore di talenti – mi vede e mi chiede se volevo andare da loro. Però io in quella partita ero centrocampista, il mio idolo da bambino era Redondo». Poi qualcuno pensò di arretrarlo: «Quando sono arrivato in prima squadra al Boca, Carlos Bianchi mi dice che mi vede meglio in difesa, per struttura fisica e anche per la mia abilità nel gioco aereo. Appunto. All’inizio non mi piaceva proprio».

NESTA E NAZIONALE – Poi l’idolo è cambiato: «È diventato Nesta, il difensore perfetto. In Milan-Boca, finale dell’Intercontinentale 2007, io ero giovane e non avevo giocato. Ma gli avevo chiesto la maglia di quella gara… poi gliene avevo chiesta un’altra quando l’ho affrontato con il Catania… poi un’altra ancora. Alla fine penso che sperasse di non vedermi più. E a quel punto giocare come difensore mi piaceva». Tanto che Prandelli pensò a lui per Euro 2012: «Sì, ho il doppio passaporto. La mia famiglia è originaria di Castano Primo, in Lombardia». Nella nazionale italiana Silvestre ci ha sempre creduto: «Ritengo di aver offerto un rendimento alto in queste mie sette stagioni in Italia. Mi spiace che la chiamata non sia mai arrivata, ma spero che arrivi prossimamente».

ITALIA O ARGENTINA? – Ci si chiede però se la chiamata debba arrivare dall’Italia o dall’Argentina: «Parlare di una o dell’altra non mi sembra il caso, anche perché non c’è niente di concreto. Comunque credo che per la carriera che ho fatto meriterei di esser convocato». La Samp intanto gli sta regalando soddisfazioni: «Sì, sto ritrovando continuità di impiego e rendimento. L’ambiente è ottimo. I tifosi sono passionali, mi ricordano quelli del Boca». Genova era scritta nel destino di un Xeneize: «Il primo giorno che l’ho indossata mi hanno spiegato il significato di quella parola. Il Boca è la mia squadra, sogno di chiudere la carriera lì. Io per allenarmi con loro facevo 200 chilometri totali da Mercedes a Baires. Erano sacrifici, ma li facevo volentieri. Il calcio era la mia vita».

SAMP E OBIETTIVI – L’ultimo gol segnato è datato l’anno scorso: «Nella scorsa stagione a Parma con il Milan (27 ottobre 2013, ndr)». Un anno è passato e Silvestre è uscito da un momento difficile: «(risata)… non mi abbatto. So di potere competere con Okaka anche se lui ha pure segnato in nazionale… scherzi a parte, tutti stiamo disputando un buon campionato. Ora ci aspetta una trasferta a Cesena piena di insidie: siamo pronti».

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