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2014

SXIX – Soriano e il suo momento magico: «Merito del mister: mi ha dato fiducia»

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Roberto Soriano sta vivendo un momento magico. E il ragazzo se lo gode, visto che molti club europei lo osservano e anche Conte pensa a lui per la nazionale. Nel 4-3-3 di Mihajlovic, il centrocampista è l’uomo-fantasia: «…forse perché quando giocavo al Bayern facevo il trequartista. I miei allenatori mi chiedevano di provare le giocate più difficili e forse qualcosa mi è rimasto dentro di quel periodo. Vivevo nel convitto della società ed eravamo un bel gruppo, in diversi siamo diventati professionisti: Alaba, Badstuber, anche Thomas Muller. Lui era più grande, ma qualche volta abbiamo giocato insieme».

CON BECKENBAUER… JR. -Ormai le aspettative nei suoi confronti si sono moltiplicate: «Mi fa piacere, ma che non si alzi troppo. Comunque ci pensa anche Mihajlovic a mettermi pressione, piacevolissima per carità. Sa che nel ruolo che sto ricoprendo adesso mi trovo particolarmente bene, che è tagliato per le mie caratteristiche. Mi dice di prendermi qualche rischio, di provare la giocata. Ovviamente quando ci sono le condizioni». Le qualità tecniche del ragazzo sono note a tutti, magari migliorate con allenamenti speciali: «Adesso no. Quando ero al Bayern però capitava che un allenatore di leva superiore convocasse qualche elemento più giovane per fare numero e lì c’erano esercitazioni di tecnica. A me ad esempio è capitato diverse con Beckenbauer… non Franz, suo figlio Stefan».

CRESCITA – Soriano ha un marchio di fabbrica come suo movimento: «Mi piace muovermi tra le linee, il mio territorio è quello spazio che si crea tra difesa e centrocampo. Lì mi diverto. Oppure, pensando a un gesto tecnico, mi piace puntarre l’uomo a tutta velocità e saltarlo – dice Soriano a “Il Secolo XIX” -. Era una cosa che mi diceva sempre mio padre: tu vai a mille all’ora e prima che il difensore riesca a starti dietro l’hai già lasciato sul posto». Forse il trasferimento dalla Germania all’Italia ha un po’ condizionato il ragazzo: «Un po’ l’ho patito, in tutti i sensi. All’inizio ricordo che ero in imbarazzo persino a parlare italiano, perché magari non mi ricordavo tutte le parole o qualcuna mi veniva in dialetto napoletano. Pian piano sono cresciuto in tutto. Anche sotto il profilo del gioco».

FIDUCIA E MIHAJLOVICMihajlovic ha contribuito alla sua rinascita: «Il mister ha avuto un grande merito, l’ho sempre detto: è stato il primo a darmi completa fiducia. In precedenza avevo avuto già delle occasioni, ma senza continuità. Un po’ per colpa mia, certo, un po’ delle situazioni magari. Mihajlovic è stato il primo a farmi sentire un’altra persona». Nel Bayern c’era un modello di riferimento: «Ce n’erano già tanti bravi. Dico Ribery, ma non penso di esser particolarmente originale». Sul gol che l’ha impressionato di più: «Maradona all’Inghilterra nel Mondiale ’86». Sul duello tra il gol di Okaka al Torino e quello di Menez al Parma: «Quello di Stefano, perché in fin dei conti l’ha fatto tutto lui: se l’è costruito e l’ha realizzato».

SOGNI E FRATELLI – Sul gol che sogna di fare, Soriano si spiega così: «Destro a giro dal limite. In allenamento mi viene, in partita no. Mannaggia… il mister infatti preferisce che tiri di collo, perché dice che così aumento pericolosità e potenza. Per adesso gli devo dare ragione». Magari ne vuole fare uno in rovesciata: «A quelli ci pensa già mio fratello Elia. Ha 23 anni, è un attaccante e gioca in terza divisione tedesca con lo Stuttgarter Kickers. Ne ha già fatti almeno cinque: uno anche recentemente è stato eletto il secondo gol più bello di agosto. Hanno votato in tutta la Germania sul canale nazionale Ard, come la Rai. Si può vedere anche su YouTube». Non solo Elia, ma anche l’altro fratello Michele: «Lui balla latino americano, ha fatto anche delle gare. Era venuto quando abbiamo venuto 5-0 contro il Verona. Spero possa ripassare anche in questo campionato, ma le sue acrobazie proprio non mi riescono…».

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