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Tutto da rifare. O forse no?

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Sentimenti contrastanti, dopo la partita di ieri sera. Perché ogni volta che vedo la Sampdoria scendere in campo con un massiccio turnover, alla fine non posso fare a meno di pensare “chissà come sarebbe andata se…”. Fermi tutti, perché lo so che cosa state pensando: “chissà come sarebbe andata se…” è un discorso che potevamo fare sì in Tim Cup nel biennio con Mihajlovic, quando per due volte su due abbiamo regalato il passaggio del turno agli ottavi, non certamente contro la Juve, che dopo ogni sconfitta ha storicamente sempre strapazzato l’avversario, che di fatto dovrebbe disputare un campionato a parte. Parliamo sempre di una squadra che anche con l’attaccante più forte del mondo in giornata storta, ha un centrale in grado di fare doppietta da attaccante vero, per intenderci.

Però forse al di là dell’inserimento di Praet e Cigarini, che definire riserve in una squadra come il Doria fa un po’ sorridere, cambiare in blocco tutto l’attacco si è rivelato eccesivo. Non dico che con Muriel e Quagliarella in coppia oggi staremo a parlare di un pareggio per 3-3 o 4-4, ma certamente avere davanati dall’inizio una coppia più affiatata di due giovani che mai avevano giocato insieme, avrebbe sicuramente aiutato. Ma alla fine sempre della Juventus si tratta, difficile uscire dallo Stadium sconfitti a testa alta, figuriamoci strappare un punto preziosissimo…

È che partire già sconfitti in partenza, prima nella testa che nel risultato, proprio non mi piace. A maggior ragione se pensiamo che avremmo potuto sfruttare l’effetto derby per cercare di uscire al meglio dal filotto Juventus-Inter-Fiorentina, per mettere in saccoccia punti preziosissimi prima della pausa. Tutto da rifare insomma. O forse no? Perché nei 90 minuti di ieri la più bella indicazione che Giampaolo potesse trarre è che un giocatore come Dennis Praet in panchina proprio non ci può stare. E forse è proprio a centrocampo la sua posizione ideale, più che sulla trequarti. Abile in fase di copertura, in costante supporto al povero capitan Regini strapazzato da Cuadrado, scoppiettante anche in avanti. In costante movimento su e giù per tutto il campo, ha dimostrato di essere anche un giocatore in grado di fornire prestazioni di quantità, oltre alle giocate di qualità, che forse non abbiamo ancora visto quanto vorremmo, ma è solo una questione di tempo. Con gli intoccabili Barreto e Torreira, è tutta una sfida interna tra il belga e Karol Linetty, quel giocatore che non sarebbe stato pronto prima di un paio di mesi, che non conosceva la lingua. Mister, mi conceda la battuta: meno male che a pallone si gioca coi piedi e non con la lingua…

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