Una settimana da derby: la stracittadina dal 1946-1960
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Una settimana da derby: dal 1946-1960

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Una settimana per prepararsi alla grande battaglia! Il Derby della Lanterna è da sempre la partita più importante del campionato: ripercorriamo la storia della  stracittadina dal 1946 al 1960

Se penso al Derby della Lanterna, indubbiamente, mi viene in mente subito il 2002/2003. Ognuno ha i suoi ricord,i più o meno vividi nella memoria, ma io nel 1946 non c’ero e quando la Sampdoria ha vinto lo scudetto avevo quattro anni per cui non mi ricordo praticamente nulla. In ogni caso, perché il 2002/2003? Ve lo racconterò quando ci arriveremo. Adesso è importante partire dall’inizio della storia. Partire proprio da quel 1946. Le fotografie sono ingiallite, i ricordi di chi li ha vissuti invece sono belli vividi nella memoria. Prima della nascita di quella che oggi chiamiamo orgogliosamente Sampdoria, squadra di cui indossiamo i colori, di cui amiamo quella meravigliosa maglia, unica in Italia e nel mondo, il Genoa aveva affrontato le altre due formazioni: l’Andrea Doria e la Sampierdarenese. Di quelle partite tanto si potrebbe dire ma non possiamo indugiare visto il lungo cammino che dobbiamo intraprendere. Il derby a Genova, come probabilmente penseranno a Torino per quello della Mole o a Roma per quello della Capitale, è il derby più bello d’Italia. A prescindere da quello che tutti possano pensare, il derby non inizia al fischio dell’arbitro, il derby a Genova dura un mese. Due settimane prima e due settimane dopo. Nei negozi, per le strade, sui balconi, aumentano sensibilmente le bandiere, per far capire che è il momento di schierarsi. Cominciano i ragionamenti sui giocatori in diffida a rischio squalifica, cominciano le elucubrazioni su quale arbitro verrà assegnato e inizia il “menaggio”, quello sano, non violento, quasi istituzionale. Poi si arriva alla partita e Genova cade nel silenzio, le macchine non circolano, Marassi è intasata di tifosi, c’è festa, c’è tensione, quasi mai violenza. Sono cambiati i nomi sulle maglie, la fattura delle stesse, è cambiato il Luigi Ferraris ma quello che non cambia mai è il modo di vivere il Derby della Lanterna a Genova. E non cambierà mai.

IL PRIMO DERBY E GLI ANNI 60’: NOVEMBRE 1946, ASSOLO BLUCERCHIATO – Il primo derby della Lanterna è stato giocato in una, nemmeno troppo fredda, giornata di inizio novembre. È la prima stracittadina in Serie A, sugli spalti per l’occasione c’è il Presidente della Repubblica Enrico De Nicola. È la squadra blucerchiata a fare la partita e a chiudere il conto già nel primo tempo del match con tre reti che, inevitabilmente, resteranno nei cuori dei blucerchiati. Apre le marcature Baldini con un bolide che va a piantarsi tra il palo e la traversa, raddoppia Frugali al 42’ e chiude tutto Fiorini al 48’ minuto di gioco. È nata la Sampdoria e per il Genoa cominceranno i mal di testa. Tanto per ribadire che la musica è cambiata, al ritorno, agli inizi di marzo, è di nuovo la Sampdoria a mettere il nome sulla supremazia nella partita più importante del campionato. Lo fa con un punteggio finale di 2-3: apre le marcature D’Alconzo, raddoppia Bassetto. Il Genoa accorcia ma grazie all’autorete di Piacentini così Bassetto per non correre rischi neanche cinque minuti dopo mette nel sacco il pallone del 3-1. A nulla serve il gol di Dalla Torre a un minuto dal fischio finale. La pioggia battente non ferma la Sampdoria che si aggiudica i due derby. Tra il ’46 e il ’60 succederà solo altre due volte, nel campionato 1950/1951 e in quello 1959/1960. Ma proseguiamo il cammino tra le più belle vittorie dei blucerchiati in questo intervallo di tempo e passiamo direttamente al campionato 1948/49. In questo campionato è il derby di andata ad essere una vera perla per i blucerchiati che non ci vanno leggeri contro i rossoblù. Sarà il massimo scarto realizzato in una stracittadina, record che regge ancora oggi. Servono pochissimi minuti alla Sampdoria per andare in vantaggio, giusto cinque, e Curti mette il pallone nel sacco. Il portiere del Genoa dovrà piegarsi altre quattro volte a raccogliere la sfera: sul raddoppio di Baldini, ad esempio, secondo gol realizzato nel primo tempo. Accorcia le distanze Corradini, l’unico marcatore del Genoa prima che l’arbitro fischi la fine del primo tempo. La seconda frazione di gioco è un assolo blucerchiato: gol di Bassetto ad inizio secondo tempo, poi Prunecchi e chiude Curti al 63’ minuto di gioco. Il ritorno è un pareggio scialbo per 0-0, che vede il gol annullato a Baldini per fuorigioco. Stesso copione l’anno successivo, la Sampdoria vince il primo derby e pareggia il secondo. Arriviamo al 1950/1951 dove Genova si tinge nuovamente di blucerchiato sia all’andata che al ritorno. Due risultati netti: 2-1 all’andata, grazie al rigore di Arrighini e Baldini; 2-3 nel ritorno, con le reti di Bergamo, Bassetto nel primo tempo e Sabattella al’88 del secondo che regala la vittoria dopo cinque minuti dal pareggio faticosamente ottenuto dal Genoa con la rete di Melberg. Il Genoa, oltretutto, sarà retrocesso in Serie B e gli servirà un anno per ritornare in A e ritrovare la Sampdoria. Un anno senza derby e quello dopo dove comunque vince la Sampdoria, di misura grazie al gol di Testa. Che incubo per il Genoa che non riesce nemmeno a vincere il derby di ritorno, conclusosi a reti bianche. Il 54/55 si chiude due pareggi e il successivo 55/56 vede la vittoria del Genoa e il pareggio nel ritorno.  Nel 56/57 la Sampdoria in venti minuti ribalta un risultato di 0-2 per il Genoa andando a vincere per 3-2 grazie a Firmani, Ocwirk e l’autorete di De Angelis, che inaugura la tradizione di segnare nella propria porta tramandata poi a Bovo e a Izzo.

I QUATTRO DERBI DEL 57/58: RISULTATI A SPECCHIO IN CAMPIONATO, LA SAMP MEGLIO IN COPPA ITALIA – Se sostenere psicologicamente il peso di due stracittadine è abbastanza importante, pensate cosa possa significare per i cuori blucerchiati l’idea di quattro volte nello stesso campionato. A metterci lo zampino, come in un film, è la Coppa Italia. La Sampdoria giocherà il primo dei quattro confronti nel giorno dei Santi, è un recupero perché il derby si sarebbe dovuto giocare ben prima, ma non era stato possibile per impraticabilità del campo. E, nel giorno dei Santi, è il Genoa a uscirne vincente con il risultato di 3-1. La Sampdoria al ritorno non riesce a farsi pericolosa e il risultato di reti inviolate è quello che si legge sul tabellone a fine match. Ma sul calendario si palesa una nuova data da evidenziatore rosso: il 22 giugno. Si tratta dell’andata di Coppa Italia, girone che comprende anche Alessandria e Vigevano. La Sampdoria impiega un po’ di tempo ad arrivare al gol e bisogna aspettare il 49’ minuto di gioco con la zampata di Conti. Poi ne servono solo cinque di minuti per vederlo raddoppiare. Al 75’ Tortul mette in rete il terzo pallone e nulla serve il gol di Barison. Il ritorno, 21 giorni dopo, vede di nuovo il Genoa vincere, per 2-0, ma sarà la Sampdoria ad aggiudicarsi il passaggio del turno. Il cammino continua verso il primo stop che faremo: ma abbiamo ancora due campionati da raccontare il 58/59 e il 59/60. Di nuovo a novembre il primo dei due derby di questo campionato e di nuovo la Sampdoria a uscire con la vittoria dal terreno di gioco: è Cucchiaroni l’artefice dei gol a dieci minuti di distanza, alla fine del secondo tempo. Arriviamo al campionato che vedrà di nuovo il Genoa retrocedere a testa bassa in Serie B: due derby e due vittorie della Sampdoria. L’andata a novembre ormai è una routine e il gol di Mora, nel primo tempo, apre la strada alla Sampdoria. Pareggio momentaneo del Genoa, ma gol finale di Ocwirk che chiude il conto. Al ritorno stessa musica, se non migliore per la Sampdoria. Di nuovo Mora apre le danze, ma è Skoglund a chiudere il conto con una doppietta che gonfia la rete alle spalle di Buffon. Si chiude così il primo appuntamento con una “Settimana da derby”, domani vi racconteremo i derby degli ’60-’70.

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