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2014

@unDerbydacinema, un predestinato e un Capitano

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Stracittadina di cuore, meglio dire batticuore. Vittoria di muscoli, nervi, vittoria di attributi. Di gruppo. Vittoria di Mihajlovic dentro un match nervoso, e vi dico perché: Romagnoli per Gastaldello, una scelta che non t’aspetti, scelta “pulp” per dirla alla Ferrero. Ecco che l’1-0 sul Genoa è un successo da cinema. Il titolo? Non sarà “La Grande Bellezza”, quello no, da Sorrentino buttiamoci su Tarantino: “Bastardi senza gloria” e battaglia rabbiosa, psicologica, con equilibri sottili che li rompi solo così, col tracciato di Gabbiadini che sfiora De Maio e che infiamma la Sud. Terzo posto in graduatoria. Piedi per terra, sia chiaro, la trama però è di quelle d’autore e nessuno può negarlo.

C’è una foto, tra tante, nell’immediato dopo gara. Prima di bilanci e bilancetti, prima di commenti, analisi e controanalisi, quando il sangue nelle vene è ancora caldo. Gastaldello. Lì, sotto la gradinata a prendere a braccetto i compagni. Se gli potessi chiedere cosa sta provando ti risponderebbe che è al settimo cielo, lui che è il capitano e che per una scelta di quel pazzo di Sinisa la stracittadina l’ha vista da bordocampo. Zero gerarchie anche oggi, come sempre, solo tanto gruppo. Chapeau Daniele. Chapeau, mister. Quel tecnico che vede un predestinato (da qui il titolo, seconda parte) contro il Chievo, lo vede al di là del gol e decide che il ragazzo deve star dentro. A dispetto di tutto e tutti. Quel ragazzo si chiama Romagnoli, lo scelgo con Gastaldello (anche senza minuti giocati) per la palma di migliore in campo.

È un simbolo dentro un Derby brutto. Nessuno vuol cambiare il giudizio su quanto visto al Ferraris. Giusto anche dire che il pari non avrebbe scandalizzato nessuno. Per questo la vittoria vale triplo. L’analisi? Non credo serva un guru del calcio. La più classica delle gare sotto la Lanterna: tatticismo all’estremo, episodi determinanti, partita a scacchi, palle, palle e ancora palle. Eh già perché per vincerle queste sfide devi avere gli “attributi” quadrati, e la Sampdoria ha dimostrato di averli in tutti i suoi effettivi. Sacrosanto far festa ora, la classifica non va guardata (ripeto) e il cammino va solo proseguito. Con una difesa super compatta e con le ripartenze, col gioco corale, con i singoli. Anche perché ho citato Romagnoli (quanto m’è piaciuto, mamma mia), ma Soriano e Okaka sono giocatori moderni: doppia fase, intelligenza tattica, con Gabbiadini sprazzi di grande futuro. Come quello del mister. Per Mihajlovic due su due con questo Derby, squadra ancora imbattuta e pronta, a mio avviso, anche a digerire una prima battuta d’arresto qualora dovesse arrivare. Sperando sia il più tardi possibile. L’immagine di Gastaldello a caricare i blucerchiati a inizio e fine gara, mi ci soffermo di nuovo, può senz’altro fungere da garanzia.

Tempo fa dissi che sarebbe stato giusto, quest’anno, alzare l’asticella. Qualcuno mi ha tirato le orecchie. Anche se a pensarci bene le ambizioni da parte sinistra prima di me, che conto zero, le aveva tirate fuori proprio l’allenatore. Gli scongiuri sono comunque ben accetti, questa Samp però piace. Quando va di fioretto e pure quando va di spada. Ma non mi spingo più in là, sarebbe poco prudente: ora l’Atalanta, tre punti-salvezza in palio, vietato sbagliare. Così, passo dopo passo. Anche se almeno 24 ore di festa adesso ci stanno tutte. 

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