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Editoriale

Un’occasione sprecata

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La Sampdoria si fa raggiungere due volte dalla Fiorentina, che pareggia e annulla le speranze di rimonta per l’ottavo posto. Resta la prestazione positiva e il ritorno di Dodô

Essere andati due volte in vantaggio con la Fiorentina e aver poi, alla fine, pareggiato è indubbiamente un’occasione sprecata. Lo è perché, come dicevo qualche settimana fa, il nostro nuovo obiettivo dev’essere l’ottavo posto, quella posizione in classifica che non solo ci aiuterebbe dal punto di vista economico per un maggior introito dei diritti televisivi, ma anche da un punto di vista delle partite giocate in Coppa Italia, competizione nella quale potremmo entrare dopo l’afoso turno preliminare di Ferragosto. Vincere con la viola, ieri, sarebbe stato il perfetto compimento di una scalata che è partita da quando siamo riusciti a inanellare risultati positivi con Roma, Milan e, in ultimo, con l’Inter, dimostrando a chi ci precedeva che meritavamo quell’ottavo posto. Ci resta comunque un’ottima prestazione, di un’ottima Sampdoria ancora una volta in grandissima forma atletica e resta anche l’aver fatto tornare in gol Ricky Alvarez, apparso rinato nelle ultime settimane, così come anche Dodô, per il quale Giampaolo ha vinto una scommessa.

Quello che effettivamente macchia la prestazione è l’errore di Viviano in occasione del 2-2 di Babacar: non voglio condannare il nostro portiere, perché pochi minuti dopo, a qualche istante dal triplice fischio, ha salvato il Doria dal 3-2 sempre di Babacar, ma è davvero un peccato subire un gol come quello del pareggio. Viviano a fine partita è sembrato dire che non si aspettava tirasse, uscendo dal campo visibilmente dispiaciuto: non facciamo complottismi, non facciamo i dietrologi dicendo che il nostro estremo difensore era dispiaciuto perché non era riuscito a far vincere la Fiorentina, squadra della quale è tifoso. In campo vanno dei professionisti, vanno degli uomini che hanno siglato un contratto con una società: queste illazioni lasciamole a chi ama mettere zizzania e magari anche a quei colleghi giornalisti che devono sempre e comunque trovare una storia da raccontare persino dove la storia, palesemente, non c’è. Resta soltanto l’errore, l’aver sottovalutato quello che avrebbe fatto Babacar di lì a poco, l’esser stato troppo fuori dai pali in un’occasione del genere. Che poi l’attaccante gigliato, che avevamo già annunciato potesse essere il pericolo numero uno, abbia indovinato un gesto tecnico molto ricercato è tutt’altra questione. Un peccato, così come lo era già stato il gol di Gonzalo Rodriguez, che aveva dimostrato tutti i limiti della nostra difesa a zona sui calci piazzati. Avevamo dinanzi a noi un avversario che è il secondo in Italia per gol segnati da calci da fermo: avremmo potuto, dico, preparare una marcatura a uomo, visto anche come il capitano della Fiorentina si è poi liberato e ha schiacciato a rete indisturbato. Errori che serviranno per crescere, errori che ci aiuteranno a capire in cosa migliorare il prossimo anno, che dev’essere l’anno, per antonomasia, nel quale “ci divertiamo”.

L’ultimo paragrafo lo lascio per Dodô, che come dicevo in apertura si è riscoperto un giocatore nuovo. Giampaolo aveva detto, nell’oramai lontanissimo settembre, che il giocatore doveva essere completamente resettato, che era una scommessa da vincere: qualità tecniche a disposizione di un giocatore che, per come si era visto in campo nelle poche occasioni avute, avrebbe fatto meglio a preparare le valigie, soluzione paventata dalla maggior parte dei tifosi. Pare che Giampaolo, però, sia riuscito a resettarlo e a vincere la scommessa, perché se contro l’Inter la sua prestazione era ancora un po’ a mezzo servizio, ieri su Tello è stato molto più attento e preciso. Ha patito solo in occasione del palo preso dai gigliati, ma per il resto la sua giornata è stata da premiare: un altro buon alfiere da inserire nello scacchiere di Giampaolo per il prossimo anno, visto l’investimento che la società aveva fatto per riportarlo a Genova da Milano. La speranza è che possa continuare così e migliorare, anche: in tal caso avremmo un Regini in più come alternativa per i centrali, subito dopo Silvestre e Skriniar, e sulla destra possiamo contare su Sala e Bereszynski, che appare sempre più maturo in fase difensiva, ma ancora da amministrare meglio in fase offensiva. Sì, abbiamo già iniziato a programmare il futuro: mancano sette gare, quelle utili per confermare il nono posto e magari riprovarci con l’ottavo, ma intanto è giusto iniziare a pensare anche all’anno che verrà. Al quale chiediamo tantissimo.

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