Vertigini, regali e fiato corto - Samp News 24
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2015

Vertigini, regali e fiato corto

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Premessa doverosa: complimenti al Palermo di Beppe Iachini. Squadra solida, atletica, tecnica, senza paura e senza nulla da perdere. Vincere sarebbe stata un’impresa, anzi aggiungo: sarebbe stato un furto. Quindi giusto così, per una Sampdoria che ancora deve imparare a volare, dentro e fuori dal campo, e che soprattutto nelle ultime settimane è stata come un poco gettata lì, nel vuoto delle vertigini. Le ali ci sono eh, sia chiaro, e sono pure belle forti, ma tra un mercato spettacolare e pure indiscutibilmente irruento, gare di Coppa con mugugni (ingenerosi, posso ripetermi?) annessi, porte girevoli (ancora) sul fronte di entrate e uscite e feste già programmate da consumare ai margini di una sfida contro una delle squadre più cazzute del campionato (lo avevo detto, scusate se sottolineo) il punto non è d’oro. Il punto è di platino. Punto che tradotto in termini di classifica recita ancora Europa, Europa piena e tonda. Chiedere di più? Impossibile. E chi non la vede così sia bravo a spiegarmi, grazie, perché io proprio non ci arrivo a trovare anche un solo motivo per storcere il naso.

Parto dalle vertigini non perché le detesto, sia chiaro. Anzi. Chi ha le vertigini, di solito, ha appena piazzato gli occhi all’orizzonte ed è pronto a volare. Volare alto. Perciò ben vengano le opportunità per aprire le ali, non certo per tapparle. Ovviamente però è necessario imparare a volare, e l’operazione necessita di tempo, lavoro, pazienza e saggezza. Serenità. Un clima che a Genova, sponda blucerchiata, si dovrà respirare all’ennesima potenza. I sogni ci sono tutti, pure le certezze: un allenatore con i coglioni (non dico attributi, dico coglioni, perché mai come oggi vorrei rendere bene l’idea), un gruppo solido e fatto di uomini, speriamo pure la fortuna (che col Palermo, ad esempio, ha già mostrato segnali incoraggianti), di certo aggiungo la voglia e il tasso qualitativo. Coi rosanero è mancato il cinismo: troppi regali in troppe occasioni. Nel primo tempo: molto buono, spirito giusto, ma il 2-0 mancato ha poi complicato tutto. Nel secondo tempo: tanta stanchezza, anche psicologica oltre che fisica (tra telenovele di mercato e rumors vari è andata pure bene, ne sono convinto) un pò di regali a favore, su tutti il gol netto di Morganella non convalidato, e quella paura un poco figlia dell’immaturità. La strada è lunga, insomma, e il lavoro da fare è molto.

Aggiungo un diktat: vietato ingarbugliarsi sul più bello, ora. Mai come oggi è obbligatorio evitare i tafazzismi. Giusto che tutti continuino a fare il loro: i tifosi sognino e incitino, i big facciano la differenza, Ferrero ci metta il cuore, Sinisa prosegua il lavoro sontuoso fatto fin qui. Il resto lo dirà il campo. Di certo Muriel ed Eto’o aggiungeranno personalità, voglia di vincere ed esperienza (specie il camerunese). Forse proprio quello che ancora manca, a questa Samp, per diventare davvero grande. Non ci vorrà un attimo, servirà pazienza. Ma credo ne valga ampiamente la pena.

Ps, per i più critici (perché già so, Genova un poco la conosco): la passerella del marziano a fine gara ci sta tutta, ragazzi. La merita un ambiente che negli ultimi anni ha sofferto parecchio. L’importante è sgobbare duro a Bogliasco, da subito. Ma ci pensa Mihajlovic, ne sono sicuro.

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