Zenga: «Quando vedi Ivan, Pereira e Correa così sei felice» - Samp News 24
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2015

Zenga: «Quando vedi Ivan, Pereira e Correa così sei felice»

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Ci aveva creduto la Sampdoria, ci aveva creduto anche Walter Zenga nel successo contro la “sua” Inter, in una sfida dal gusto particolare. Una sfida con tanti errori sotto porta da una parte e dall’altra, con il gol mangiato di Correa che grida ancora vendetta. Una grande occasione mancata, la sensazione è questa. «Abbiamo fatto una grande partita, hanno interpretato bene e creato tante occasioni. Il gol preso è stato roambolesco. Abbiamo la felicità di una prestazione importante e la delusione di un gol che poteva essere evitato, ma come? Una carambola così riesce difficile immaginarla. Quando hai delle occasioni come quella di Muriel, dove il diagonale esce di 2 centimetri non ti puoi arrabbiare più di tanto, la conclusione è stata splendida.

Stavamo soffrendo, la quadra ha speso tanto, non avevmo un esterno in modo che potesse sostituire Correa e allora ho alzato Soriano e inserito Palombo. Correa ha chiesto il cambio, io veo sempre il bicchiere mezzo pieno: era lì, la palla gli è rimasta sul sinistro in maniera anomala, ma è stato bravo a essere lì. Anche prima aveva avuto un’altra occasione: il ragazzo c’è, farà tanti gol e tanti assist. Ci sono piccole cose che devono essere migliorate ma quando hai ragazzi così giovani, giochi contro la prima in classifica… Più di questo non puoi chiedere, la gente si è divertita. Se è stata la mia migliore partita? Per me sono importanti i 3 punti. Poi le prestazioni vengono con tante piccole cose: non giochi benissimo, vinci e prendi fiducia, fai altri tre punti… Sono tutte componenti che fanno sì che tu faccia la prestazione. Sono contento quando la quadra vince ma quando vedo un clima così sono contento per loro.

Noi allenatori gestiamo delle situazioni difficili, sei sempre spiegare qualcosa. io vado per la mia strada, questo per me è un punto di arrivo e spevo avrei trovato più falchi che gabbiani, ma non è un problema, vado dritto per la mia strada e mi diverto, mi diverte vedere Antonio che cresce e mi impegno a fare di più. Ma questa non è la mia squadra, io penso che la squadra sia dei giocatori, dei tifosi e dei presidenti.

Il pubblico è un uomo in più, anche ai miei tempi lo era. Ma se guardi il campionato è abbastanza anomalo: non è un problema della Samp, la trasferta. Dobbiamo lavorare in maniera differente affinché queste non diventino un problema. Dobbiamo essere più bravi nella continuità di prestazioni. Quando vedi Pereira e Ivan, Correa… Sei felice. E quando abbiamo fatto gol metà squadra ha abbracciato Pedro e metà Muriel.

Il fatto di avere il 65% di possesso palla e subire 7-8 palle goal potrebbe non avere senso, ma ogni allenatore legge i numeri come crede. Il possesso fine a se stesso non mi fa impazzire, i miei attaccanti hanno caratteristiche ottime nello stretto oppure devono essere serviti negli spazi. Con giocatori differenti giocherei in maniera differente. Facciamo pochi cross ma perché abbiamo caratteristiche di gioco diverso. Quindi al Mancio lascio pure il possesso palla.

Abbiamo fatto una bella partita, la pausa mi gioca a favore, è una sosta che ci fa bene che ci permetterà di recuperare almeno un paio di giocatori. La squdra ha giocato bene, quando la gente vede l’impegno il risultato può essere anche negativo: con l’applauso premia la prestazione».

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