Ex Sampdoria, Da Costa: «Vi racconto Mihajlovic dentro e fuori dal campo. La parata più bella della mia carriera fu in blucerchiato, quando...» - Samp News 24
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Ex Sampdoria, Da Costa: «Vi racconto Mihajlovic dentro e fuori dal campo. La parata più bella della mia carriera fu in blucerchiato, quando…»

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Ex Sampdoria, vi proponiamo le parole di Roberto Da Costa sul suo passato in maglia blucerchiata

Vi proponiamo di seguito le parole dell’ex portiere della Sampdoria Da Costa ai colleghi di derbyderbyderby.it. Le sue dichiarazioni:

DIFFERENZE «Al Bologna quando parlavamo anni fa del progetto si diceva calma, stiamo costruendo. E così è stato. Alla Sampdoria invece i cambi dovevano arrivare prima, altrimenti non riesci più a raddrizzare la stagione. Lì più che calma ci voleva prontezza».

BOLOGNA E SAMPDORIA«Quasi cinque stagioni con entrambe. Con tutte e due siamo riusciti a tornare in Serie A dalla B, ed è stato meraviglioso. Sono squadre storiche, far parte della loro rinascita è stato un onore».

PLAY OFF CON BOLOGNA E SAMP«Col Bologna nel 2015 abbiamo eliminato l’Avellino in semifinale e poi il pescara in finale. Con la Sampdoria invece giocammo la finale contro il Varese. Sono state emozioni grandissime».

MIHAJLOVIC «Con lui sia a Genova che a Bologna. Una persona con una grinta incredibile, una fame di vittoria fuori dal comune. Alla Samp è arrivato in un momento complicato e ci ha trasmesso la voglia di non mollare mai. La sua mentalità vincente l’ha portata anche a Bologna. Ti spronava sempre a dare il massimo».

SINISA FUORI DAL CAMPO«Era un uomo dalla forte personalità. Se facevi tutto ciò che voleva, ti dava tutto. Ma se non lavoravi come pretendeva, si arrabbiava tanto. Ricordo quando perdemmo una sfida contro l’Atalanta 3-0 a Bergamo: tutta la settimana dopo fu solo lavoro fisico e video della partita. Una lezione dura ma umanamente aveva un cuore grande».

IACHINI «Oltre Mihajlovic un altro allenatore che mi ha colpito tanto è stato Giuseppe Iachini alla Samp, per la passione che metteva nel lavoro».

RAPPORTO CON I COMPAGNI«Ho fatto spesso il secondo portiere, ma sempre con grande rispetto. Alla Samp c’erano Sergio Romero, portiere della Nazionale argentina, e poi Viviano: entrambi bravissimi e grandi profesisonisti. Vivio aveva un carattere tosto, ma si è sempre comportato bene con tutti».

ATTACCANTI «Alla Samp ho avuto compagni come Icardi, Eder e anche Cassano: fortissimi. Ogni allenamento era uno show. A Bologna mi divertivo con Orsolini, un ragazzo d’oro e oggi un giocatore determinante».

PARATA PIU’ DIFFICILE IN CARRIERA «Quella contro il Sassuolo nei playoff contro la Sampdoria: parai un rigore sotto la curva. Un momento che porto ancora nel cuore. In generale le finali dei playoff, il fischio finale che sancisce la promozione in Serie A, è qualcosa che non dimentichi mai. Non abbiamo mai raggiunto l’Europa, ma quelle emozioni valgono tantissimo».

SAMP DALLA A ALLA C«Secondo me è mancata continuità e l’identità forte. Mancano figure che conoscano la maglia, come Angelo Palombo, Gastaldello, gente che ti spiegava cosa significava essere della Samp. Quella mentalità è fondamentale. Mi ha fatto piacere rivedere Attilio Lombardo: servono persone così, ma sono arrivate troppo tardi. I cambi devono avvenire prima, altrimenti non riesci più a raddrizzare la stagione. Anche nel mio primo anno retrocedemmo perché le decisioni furono prese troppo tardi».

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