Editoriale

Adesso possiamo dirlo: il mercato della Sampdoria è stato un flop

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La Sampdoria fatica sul campo: le colpe sono tecniche e dirigenziali. Il mercato estivo è stato un flop

Eusebio Di Francesco aveva le sue colpe, Claudio Ranieri ne ha altre. Ma cosa possiamo pretendere da una rosa che conta al massimo 14 elementi utilizzabili e, in caso di emergenza legata a infortuni o squalifiche, non permette di alternare gli interpreti mantenendo la stessa competitività?

Il problema di questa Sampdoria – al netto di sfortuna, voci sulla cessione societaria e scie chimiche – ruota intorno al mercato. Una campagna acquisti fallimentare. A quindici giornate dall’inizio del campionato, dobbiamo ammettere i limiti di una squadra che non ha ricevuto sostegno dal mercato, un appoggio utile quantomeno a terminare la stagione senza troppe paranoie.

Perché Mehdi Leris non sostituisce Dennis Praet. Emiliano Rigoni non rimpiazza Gregoire Defrel. Julian Chabot non è la fotocopia già stampata di Joachim Andersen. Per farla breve: i pezzi pregiati venduti in estate non sono stati adeguatamente rimpiazzati. Venduti al massimo delle possibilità, sì, ma non rimpiazzati. Non perdiamo tempo sulle cifre che sono state incassate (bene) e reinvestite (male).

Le recenti sconfitte contro Cagliari e Parma, analizzando soprattutto la formazione scesa in campo contro i sardi in Coppa Italia, evidenziano i limiti tecnici del Doria. Bisogna sperare che l’undici titolare stia sempre bene e conservi la condizione fisica migliore da qui al termine della stagione. Per altre 23 partite. Per altri sei mesi. Anche il più ignorante in materia calcistica saprebbe che ciò è destinato a restare solamente un bel sogno, da cui svegliarsi già dalla partita contro il Genoa.

Inutile dire che la finestra invernale di trasferimenti rappresenti un vero e proprio passo verso la salvezza. Nonché un meritato premio allo sforzo fatto da Ranieri, prima adeguandosi a un contenitivo 4-4-2 e poi cercando di riprendere il rombo utilizzato da Marco Giampaolo per tentare un salto di qualità che potrebbe non arrivare mai.

Il mercato rappresenta anche un’occasione per la dirigenza di rimediare agli errori fatti in estate, mandando così un forte segnale a una tifoseria delusa e affranta. Per poter finalmente dire che la società non è un fantasma che aleggia sul malcontento della piazza e naviga nell’indifferenza più totale.

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