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Antonio Romei chiude: «Non mi candiderò in Lega»

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Nel corso della presentazione di Daniele Pradé alla Sampdoria, ha parlato anche Antonio Romei, facendo chiarezza sul suo ipotetico futuro in Lega Calcio

Lega Serie A? No grazie. Antonio Romei chiude le porte alla sua ipotetica candidatura, ventilata ormai da mesi. Il braccio destro di Massimo Ferrero è intervenuto oggi in conferenza stampa in occasione della presentazione di Daniele Pradé e ha toccato diverse tematiche interne al mondo Sampdoria. Tra queste anche quelle legate al suo futuro, oltre a quello del club di Corte Lambruschini.

INSIEME PER CRESCERE – «Si è scritto tanto sull’arrivo di Pradè, ma è una scelta che dimostra la voglia continuare a crescere e portare avanti i nostri progetti ambiziosi. Pradé è un grande dirigente con grande esperienza: sarà la cerniera tra la parte sportiva e la società e non sminuisce il lavoro dell’attuale direttore sportivo Carlo Osti e dell’Area Tecnica», ha esordito Romei, che ha poi proseguito: «La scelta di fondo che ha fatto la società, è stata quella di strutturarsi. Con tutto il rispetto per chi ci ha preceduto, prima qui c’era una società che doveva adeguarsi ai tempi e per farlo bisogna partire dalle fondamenta: da un centro sportivo all’avanguardia, un settore giovanile all’altezza e dallo stadio. Su queste tre tematiche fondamentali abbiamo avviato un percorso che forse in parte non è stato condiviso da tutti. Abbiamo fatto questo percorso, ma non perchè non fossimo contenti di quanto fatto fino a quel momento». L’attenzione nello specifico passa alla rosa: «La Primavera a breve giocherà qui, in piùAbbiamo una rosa quasi interamente di proprietà: l’unico prestito è Djuricic, sul quale abbiamo però abbiamo un’opzione d’acquisto. Abbiamo unità d’intenti e tutte le scelte di mercato verranno come sempre condivise, Pradé è un ulteriore elemento di supporto».

LEGA SERIE A? NO GRAZIE – E quindi arriva la fatidica domanda, quella sulla sua candidatura ai vertici della Lega Calcio: «Ho apprezzato quello che è stato detto su di me, ma non intendo candidarmi, non credo di essere la persona giusta e sono troppo legato alla Sampdoria. Mi sono messo a completa disposizione per aiutare il sistema calcio a cambiare in meglio: do un contributo, ma senza candidarmi, per fare sì che il nostro calcio possa adeguarsi alle nuove regole di competizione. Ormai questa competizione è internazionale e non più interna. Noi società dobbiamo instaurare un rapporto diverso con i tifosi, che sono il bene del calcio: non possiamo restare indifferenti davanti agli stadi che si svuotano. In questo senso Genova, con Sampdoria e Genoa, è una vera isola felice. Non voglio sembrare presuntuoso, ma la Sampdoria è molto sentita in Lega. Le parole d’ordine che stiamo cercando di dare sono senso di appartenenza e di identità. Questa dovrebbe essere la parola d’ordine per ogni squadra perchè il bene primario, ripeto, sono i tifosi».

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