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Apertura stadi, Cts: «Difficile per la Serie A 2019/20»

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Il membro del Comitato tecnico-scientifico Vannicelli sulla possibile apertura degli stadi di Serie A: «Forse un terzo degli abbonati»

Roberto Vannicelli, membro del Comitato tecnico-scientifico, fa chiarezza ai microfoni di Radio Punto Nuovo riguardo alla possibile riapertura degli stadi di Serie A e la questione della riduzione dei tempi per la quarantena.

PROTOCOLLO – «Non abbiamo elementi di certezza nell’immediato futuro. Noi facciamo protocolli in scadenza a 15 giorni, anche quello dello sport ha una scadenza al 15 giugno, dopodiché si guarderà la curva epidemiologica guardando i dati. Mi aspetto che la curva continui a decrescere, quindi in netto miglioramento. In Lombardia la curva cala con difficoltà. Dobbiamo pensare alla salute globale e rispettare la curva lombarda che non è totalmente positiva».

STADI – «Sono certo che la situazione migliorerà e mi aspetto un’apertura, ma per quanto riguarda il pubblico, non c’è possibilità prima della fine di questa stagione. O quanto meno, molto ristretto: su uno stadio di 30.000, magari potrà entrarne un terzo. Riapertura in agosto? Il problema sono le condizioni climatiche, quindi bisognerà disporre degli orari congrui per non danneggiare tifosi o giocatori. Credo che agosto sarà il periodo migliore, perché abbiamo acclarato che il caldo abbatte il virus».

QUARANTENA – «L’unica soluzione è fare tamponi molto ravvicinati per tutti gli addetti, al massimo uno ogni 48 ore. Una volta svolti, ci sarà un abbattimento del rischio molto importante, dopodiché si potranno fare altri ragionamenti. È pensabile che un guarito, può rientrare in gruppo, anche se non passano 14 giorni. L’iter che possiamo immaginare, oltre ai campioni ravvicinati, è ipotizzare che il positivo venga immediatamente allontanato e se l’intera squadra ha tampone negativo, il gioco è fatto. Il tutto si potrebbe racchiudere in 96 ore di quarantena».

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