Barak: «Credo di poter aiutare la Samp, sto bene e voglio farlo vedere. Sulle ambizioni dico che…»

Antonin Barak, centrocampista della Sampdoria, ha parlato del suo arrivo al club blucerchiato: le dichiarazioni

Antonin Barak, centrocampista approdato alla Sampdoria nell’ultimo giorno di calciomercato, ha parlato della sua scelta di sposare il progetto blucerchiato in una lunga intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole:

LA SAMP COME OPPORTUNITA’ – «A livello personale vedo il mio arrivo alla Samp come una grande opportunità. Credo di poter aiutare il club e la squadra così come loro potranno fare con me, alla ricerca di grandi prestazioni per alzare il livello collettivo e personale. Ho grande fame, per questo ho accettato questa sfida».

BARAK, UN LUSSO PER LA SERIE B – «Io un lusso? Lo spero proprio. Magari ci vorrà un po’ di tempo per capire cosa chiede il mister e capire cosa posso offrire alla squadra. Ma ho detto subito sì perché mi sento veramente al top. Sto benissimo, in tutti i sensi, e voglio farlo vedere in campo. Negli ultimi mesi mi sono concentrato sul migliorare certi aspetti del mio gioco, soprattutto sul piano fisico: spero possa farmi dare qualcosa in più rispetto agli anni passati».

LA TRATTATIVA PER IL GIOCATORE – «Ho saputo la mattina del primo settembre della trattativa, ma negli ultimi tre giorni di mercato c’era grande confusione. Ho capito subito che questa era una grande opportunità, perché volevo giocare. Poi ho pensato alla passione di questa tifoseria, al club, a ciò che rappresenta la Samp nel calcio: tutti questi elementi insieme mi hanno fatto dire di sì, che ero pronto».

LE SCORIE DELLA PASSATA STAGIONE – «La paura non serve: dobbiamo essere consapevoli di quello che stiamo facendo. Dobbiamo crederci noi in primis, creando un rapporto solido con tutti, squadra e staff. Così ce la faremo. Ripartiamo dalle prestazioni, e arriveranno anche i risultati».

AMBIZIONE – «Senza fame, senza il fuoco dentro non si va da nessuna parte. Non ho mai perso l’ambizione, altrimenti sarei rimasto a Firenze a fare la mia vita. L’aspetto mentale è quello che ti fa fare il salto di qualità, perché oggi, alla fine, ovunque tu giochi, fisicamente stanno bene tutti».

I PRIMI GIORNI IN BLUCERCHIATO – «I primi giorni li ho vissuti bene, conoscevo già Depaoli e Venuti. A volte in allenamento si percepisce che si vuole fare anche… troppo, e questo può diventare uno stress. Come se fosse un obbligo, ma non serve a nulla: bisogna essere liberi di testa».

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