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Barak, anche il centrocampista è stato colpito dal male oscuro della Sampdoria: ecco perché

Barak, sul momento attuale del centrocampista della Sampdroia bisogna sottolineare un articolo molto importante
Il Secolo XIX si è soffermato quest’oggi su Barak. Ecco l’articolo sul centrocamista doriano:
«Antonin Barak è lo specchio della situazione attuale della Sampdoria. Una squadra che come un buco nero inghiotte tutto ciò che entra nella sua orbita, e lo fa precipitare in un baratro di cui
non si vede la fine. Così capita che a Bogliasco diventi l’ombra di sé stesso pure il ceco ex Fiorentina e Verona, che (dirlo ora fa un certo effetto) nelle ultime 5 stagioni è fra i 10 centrocampisti ad aver segnato più gol nel campionato di Serie A. Ne ha fatti ben 15 in 82 partite Barak, fra Scaligeri e Viola, posizionandosi al decimo posto della speciale classifica. Una graduatoria in cui è in buona compagnia. Al nono posto c’è infatti Samardzic, che in 131 gare in A fra Udinese e Atalanta ha segnato 16 gol (uno in più del blucerchiato). Stesso numero di gol, ma in meno presenze (102 con la Lazio), per Luis Alberto, ottavo. Settimo Bonaventura (92 presenze con la Fiorentina, 17 gol), sesto Milinkovic-Savic (73 presenze con la Lazio, 20 gol). E nella top 5 i nomi si fanno ancor più grossi: Frattesi quinto con 22 reti fra Sassuolo e Inter, Pellegrini quarto con 24 gol in 119 partite con la Roma. Sul podio Pasalic (146 partite con l’Atalanta, 28 gol), secondo Koopmeiners (29 reti in 133 presenze fra Atalanta e Juventus, anche lui come Barak molto appannato dal suo arrivo in bianconero la scorsa stagione) e primo Chalanoglu (135 partite, 33 gol con l’Inter). Accostato a questi nomi di
massimo livello, viene davvero difficile capire come mai Barak non riesca a fare la differenza un gradino più in basso, in B. Eppure, le sue prestazioni a Genova oscillano fra il
gravemente insufficiente e l’insufficiente. Il classe 1994 sembra rimasto ancora sul dischetto dell’U-Power Stadium di Monza, dove il 20 settembre si fece ipnotizzare da
Thiam. E pensare che, dopo quell’errore e quella sconfitta, nel post-partita aveva rilasciato dichiarazioni non banali, da leader: «Dobbiamodare qualcosa di più – avevadetto Barak ai canali ufficialidel club – in questo momentosembra che siamo diventatidei perdenti e questo non vabene. Per me personalmenteè una grande vergogna e non la voglio accettare». E ancora: «C’è qualcosa che non va, dobbiamo lavorare ogni giorno al massimo, così non si va
da nessuna parte. È un problema di testa. Sono arrivati tanti giocatori nuovi e dobbiamo
dare una mano a quelli che hanno vissuto momenti brutti, in cui le cose non andavano bene come ora». Ci si aspettava che dopo questi concetti il ceco prendesse per mano la
squadra ma invece, almeno per il momento, si è semplicemente adeguato alla mediocrità generale. Da Monza in poi, ogni gara in cui è partito
titolare (contro Frosinone, Mantova e Venezia) è stata deludente, sempre con lo stesso
copione: inizio positivo e progressivo eclissamento dal campo. E fischi assordanti
all’uscita, come contro i ciociari. Da subentrato c’è stato perlomeno il parziale riscatto
di Empoli, con l’assist per il pareggio di Cuni. Sembrava poter essere la svolta per lui,
ma le prove seguenti (da ultima quella in Laguna) hanno certificato che era l’eccezione che conferma la regola. Ora per Barak (che dopo l’esperienza con D’Amico da un
po’ di tempo è pure agente di sé stesso) la sosta è una manna: arrivato dopo un’estate ai
margini della Viola, senza adeguata preparazione, dopo il piccolo guaio al ginocchio e la nascita del figlio Nicolas (che forse gli ha portato maggior stress) potrà usufruire di 2 settimane per trovare la miglior forma. Ma se dopo la pausa sarà ancora il fantasma di quello visto in Serie A, le scuse finiranno».
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