2014

Belli e incompiuti, tra mille sprechi

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Se a Cesena la Sampdoria avesse perso 3-0 senza mai calciare in porta ci sarebbe stato da arrabbiarsi di meno. E invece no, ecco un 1-1 che non ridimensiona ma neppure mette le ali, ecco soprattutto una miriade di palle gol nitide gettate al vento al pari dei due punti che mancano in classifica al termine di 90 minuti strani, sclerotici, pure belli per chi ama lo spettacolo. Una gara che si presta, paradossalmente, a differenti e addirittura opposte analisi: valide e condivisibili sia quelle molto positive, sia quelle molto negative e perfino quelle da metà e metà. Provo a tracciarle tutte.

Uno. Sampdoria molto positiva, se non la migliore della stagione nel secondo tempo del Manuzzi. Chi può dire di no? Occasioni a raffica, Leali migliore in campo tra gli uomini di Bisoli, palo di Sansone e 45 minuti di bel gioco offensivo quasi totalmente all’interno della metà campo avversaria. I precedenti 45 forse un poco gettati al vento, questo sì, ma la punizione di Eder allo scadere sotto il settore occupato dai tanti tifosi blucerchiati poteva avere decisamente miglior fortuna. In aggiunta la reazione della squadra all’immeritato svantaggio contro un avversario da lì ancor più arroccato a difesa della propria area. E ripeto: chi può dire di no?

Due. Sampdoria così e così. Anche qui chi può dire di no? Primo tempo regalato ma ripresa importante con tante, troppe occasioni gettate al vento. Alla fine però il pari è prezioso, fa classifica (e che classifica, non scordiamolo mai) e racconta di una squadra in crescita nell’arco della gara. Un collettivo spavaldo, pronto a giocare e a mettere in difficoltà l’avversario. Samp punita in modo eccessivo da un fallo ingenuo di Soriano nella terra dei pericoli nulli, fallo da cui nascerà la punizione del vantaggio cesenate firmato Lucchini. Samp tosta però, chi può negarlo?

Tre. Sampdoria incompiuta e due punti gettati al vento. Esame maturità ceffato sul campo di una squadra in difficoltà che andava affossata. Eder sciupone, Soriano sciupone e ingenuo (vedi fallo nella terra dei pericoli nulli), Gabbiadini sottotono, Okaka e Sansone sfortunati, Bergessio sciagurato. Il tutto completato da un Mihajlovic furioso. E’ o no, anche questo, lo specchio della gara di Cesena?

E allora eccoci qui, analisi uno, due e tre in fila. Paradossalmente tutte condivisibili. Quale scelgo? Credo conti poco, decisamente più importante è quale delle tre analisi sia stata scelta dal mister, nero di rabbia nel dopo gara e chiaro nelle dichiarazioni: “Abbiamo perso due punti, come a Cagliari”. Io sono con lui, e aggiungo che per essere ambiziosi a volte occorre abbandonare la logica del “così e così”.

Sotto col Napoli dunque. E stop agli sprechi. 

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