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Bereszynski e la Samp: «Ci siamo scelti a vicenda. Il Legia…»

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Bartosz Bereszynski, l’avventura italiana e l’impatto con il nostro calcio: «Fondamentale la presenza di Linetty a Genova»

Sembra passata un’eternità, vero? Pereira lascia Genova per il Benfica, Sala è infortunato di lungo corso e allora il nuovo arrivato deve immediatamente scendere in campo. Il primo impatto di Bartosz Bereszynski con il calcio italiano non è stato dei migliori (4-0 con la Roma e una prestazione quanto meno complicata), ma il prosieguo ha lasciato presagire grossi miglioramenti. L’esterno difensivo polacco si sta ambientando alla Samp e Giampaolo può dirsi soddisfatto di lui, tanto da non toglierlo più dall’undici titolare.

PRIME IMPRESSIONI – Ai microfoni del sito polacco Piłka nożna, Bereszynski ha parlato del suo impatto con il calcio italiano: «Ho giocato fin da subito, dalla prima gara in Coppa Italia: è stato tutto molto veloce, perché non ho nemmeno capito come giocasse la squadra. Non è stato facile, vista anche la sconfitta per 4-0 con la Roma. Ho fatto degli errori, non si può nascondere, ma ci sono state alcune cose positive da quella gara. A incidere è stata soprattutto la forma fisica, perché ho fatto fatica a reggere contro una squadra così in forma come la Roma. Ho incrociato i giallorossi poco tempo più tardi ed è andata meglio, anche se non potevi deconcentrarti, nemmeno per un secondo. Sono contento, perché acclimatarsi per i giocatori polacchi non è sempre un processo così veloce».

PASSATO E CRESCITA – E pensare che alcuni anni fa avrebbe potuto firmare per il Benfica, proprio la società che acquistando Pereira ha fatto sì che il polacco si trasferisse in Italia: «Il Benfica è una storia chiusa e non ci tornerò. Oggi sono a Genova e penso di aver fatto la scelta giusta: sto crescendo gradualmente ed è la cosa più importante». A chi gli fa notare che la sua crescita, invece, sembra piuttosto veloce, Bereszynski scuote la testa: «Penso di aver avuto sfortuna con gli infortuni, ma la cosa che più conta è che la mia salute si sia stabilizzata, in modo da poter andare avanti. Ho potuto giocare in Champions League, ho avuto una chance in nazionale: penso che non sia tempo sprecato. Alla Samp gioco regolarmente, perciò sta andando tutto bene: l’ho scelta con attenzione, perché sapevo di poter avere sei mesi d’ambientamento. Volevo giocare subito, con regolarità: questo era il piano, ma tre anni fa – con il Benfica – non era così chiaro. Non ero esperto come adesso».

IL MATRIMONIO BLUCERCHIATO – Ci si chiede come sia nata quest’unione improvvisa sul mercato: «Le prime avvisaglie sono state a dicembre, dopo la fine della fase a gironi della Champions. Prima non mi preoccupavo delle voci di mercato, perché i giornalisti sembravano pronti a vendermi ovunque. Ho aspettato che la strada migliore venisse da me: la Samp è stata insistente e anch’io ho voluto venire qui. Comunque, la cosa importante è stata la presenza di Karol (Linetty, ndr) a Genova: sarebbe stato tutto più facile con lui alla Samp. Il Legia è la squadra numero uno in Polonia, ma economicamente il passaggio alla Serie A è un salto in avanti. Non c’è bisogno di nasconderlo: il calcio è la mia passione, ma è anche il mio lavoro. Oltretutto, la Serie A è un salto enorme: potrei anche aprirmi la strada per qualcosa di più grande».

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