2014

Briegel: «Bei ricordi di Genova. Mustafi? Deve ancora crescere»

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Oggi è il giorno della Finale Mondiale, l’appuntamento calcistico più importante da 4 anni a questa parte, una partita imperdibile e ricca di significati, soprattutto per due giocatori blucerchiati che questa sera si giocano il titolo di Campione del Mondo. Shkodran Mustafi e Sergio Romero sono all’appuntamento con la storia e questa serà si daranno battaglia virtualmente al Maracanà, visto che il difensore tedesco dovrà seguire i compagni dalla tribuna visto l’infortunio muscolare occorso agli Ottavi di Finale contro l’Algeria.

La Sampdoria di giocatori tedeschi nella sua storia non ne ha avuti tantissimi, ma di questi chi ha vestito il blucerchiato si è fatto ben ricordare come Hans Peter Briegel, che vinse col Doria la seconda Coppa Italia della storia blucerchiata con un successo sul Torino con un suo gol importantissimo. Il Corriere Mercantile ha raggiunto l’ex difensore doriano per scambiare quattro chiacchiere e tornare ai bei vecchi tempi: «Sono stato molto bene alla Sampdoria e a Genova, conservo ottimi ricordi e anche alcune amicizie, per questo torno molto volentieri in Liguria. Nel 1988 chiusi alla grande, ci qualificammo in Coppa Uefa in campionato e vincemmo la Coppa Italia, all’andata il primo gol per il 2-0 sul Torino fu mio. E per come sarebbe andata al ritorno al Comunale fu un gol decisivo».

Si passa alla Finale Mondiale, con due doriani a contendersi la Coppa: «Romero ha fatto molto bene ai rigori, ma non mi sembra piu? forte di Neuer. Mustafi francamente non lo conoscevo, per quel che ho visto nelle partite che ha giocato credo debba crescere ancora, per raggiungere il rendimento di campioni come Lahm e Hummels». 

Una battuta anche sulla Nazionale Italiana, uscita malamente ai gironi per la secona volta consecutiva: «Non credo che l’Italia fosse una formazione delle piu? forti e i risultati lo hanno confermato: quando perdi con la Costarica non puoi sperare di arrivare molto lontano. Sul piano del gioco, e? stata la solita Italia speculativa e attendista, in attacco aveva talento ma non ha saputo usarlo». 

 

 
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