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Caos Ferrero-Figc: spunta la tesi del complotto

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Massimo Ferrero si sente sotto attacco. Ha promesso ai suoi legali di restare in silenzio per evitare speculazioni, ma intanto la FIGC spinge per la decadenza della sua carica di presidente della Sampdoria per la violazione della norma “sull’onorabilità”, avendo patteggiato una condanna per la bancarotta Livingston.

 

Non è più imputato, ma condannato per un reato che fa scattare, appunto, la decadenza. I suoi legali avevano presentato ricorso in Cassazione contro il patteggiamento per evitare il rischio di incompatibilità: l’obiettivo, come riportato da Il Secolo XIX, è evitare che la condanna diventi definitiva e far slittare forse anche di due anni l’eventuale incompatibilità. In tal caso farebbe assumere la presidenza alla figlia Vanessa o al braccio destro Antonio Romei. Accade, ad esempio, alla Fiorentina, non presieduta da nessuno dei fratelli Della Valle, al Sassuolo e all’Udinese.

 

E allora perché Ferrero allora si arrabbia? Vuole conoscere i “mandanti”, chi cioè sta orchestrando questa manovra per colpire lui e la Sampdoria. I dubbi sono molti, ma il sospetto è uno e cioè che dietro a tutta questa storia ci siano i diritti tv e la sua protesta contro la ripartizione troppo sbilanciata a favore dei grandi club: la Sampdoria, ad esempio, incassa 38 milioni, mentre le big arrivano a 80-90 milioni. Alcuni potenti, dunque, vorrebbero difendere i propri privilegi a discapito della Sampdoria, che sarebbe considerata una minaccia. E, infatti, ieri mattina Ferrero ha contattato direttamente il presidente federale Carlo Tavecchio per lamentarsi: «Parlerò quando sarà il momento e allora rideremo», dice Ferrero, che non si sbilancia sulla conversazione. Potrebbero aver parlato della norma sulla onorabilità (introdotta dopo il caso Parma). Ma Ferrero nel calderone delle ingiustizie mette pure gli episodi arbitrali a sfavore delle ultime settimane.

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