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Cassano: «Sensi ha qualcosa di Iniesta. Perfetto per la Sampdoria»

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Antonio Cassano fa una lunga disamina di Stefano Sensi, nuovo acquisto della Sampdoria: le sue parole

Antonio Cassano fa una lunga disamina su Stefano Sensi ai taccuini de Il Secolo XIX. Le parole dell’ex attaccante della Sampdoria.

SENSI«Per me in questo momento è il centrocampista italiano più forte, qualitativamente e anche di idee. Un calciatore sensazionale. Da top club. Mi aveva colpito quando ancora gioca- va nel Cesena. Poi nel Sassuolo e nell’Inter è esploso. Per me è meglio di Locatelli, di Verratti, di Jorginho, se fossi Mancini non avrei dubbi e ci punterei pesantemente. Deve essere una colonna della Nazionale dei prossimi anni. Il suo punto debole fino a oggi è stato solamente uno, quello fisico. È stato molto penalizzato dagli infortuni».

́PARAGONI«Come tocco di palla e corsa mi ricorda molto Arthur, per me uno dei pi ù forti al mondo in questo momento. La Juventus forse non lo sa valorizzare. Se invece vogliamo esagerare, e sottolineo esagerare, vedo in lui qualcosa di Xavi e di Iniesta. Ecco, Sensi è un calciatore filosoficamente da Barcellona».

DOVE METTERE SENSI«Mezzala, trequartista, play, seconda punta, per me può fare tutto. Mi dica lui. E a seconda della risposta schiererei di conseguenza gli altri dieci. Un allenatore intelligente deve adattarsi ai calciatori forti che ha. Ai miei tempi ad esempio venivano in effetti a dirmi dove avrei dovuto mettermi, cosa avrei dovuto fare poi in campo intanto decidevo io, mi piazzavo dove volevo. E penso di avere fatto divertire tanta gente».

SENSI ALLA SAMPDORIA«Secondo me è proprio la piazza ideale per la sua ripresa, per ritrovare continuità fisica e anche mentale. Premetto che non lo conosco personalmente, parlo veramente da appassionato di calcio. E ripeto, è da top club. All’Inter ultimamente ha pagato gli infortuni e quindi ha trovato meno spazio. Quando giochi per un club di fascia alta, che fa le coppe, stare fuori anche solo un mese vuole dire perdere magari 5/6 partite. Poi rientrare non è mai semplicea. A me piaceva giocare con chi sapeva parlare con la palla. Lui lo sa fare. La sua difficoltà sarebbe stata lo smarcarsi per farsi dare la palla dai difensori. Poi avrebbe dovuto allungarla a me in avanti, con la sua qualità, e poi avrebbe finito il suo compito. A tutti gli altri problemi avrei pensato io».

MERCATO«Il mercato l’ha rimodellata. Non è certamente quella del girone di andata di D’Aversa. Sono arrivati Sensi appunto, Conti, Rincon, adesso Giovinco per sostituire subito Gabbiadini. Secondo me già contro lo Spezia aveva disputato una buona prova, non meritava di perdere. Con il Sassuolo mi è piaciuta. In ogni caso è un gruppo con qualità, non centra niente con questa posizione di classifica. Giampaolo ha trovato qui un ambiente ideale, dove può lavorare come piace a lui, sulla sua idea di calcio, ma nello stesso tempo senza troppe pressioni, in serenità. Sono convinto che possa aprire un ciclo. A proposito di ciclo».

SAMPDORIA PUNTO D’ARRIVO«Adesso arriva un Sensi, un Conti alla Samp e si dice che arriva per ripartire. Sinceramente lo sto sentendo un po’ troppo spesso da qualche tempo e non mi piace. La Sampdoria deve essere un punto d’arrivo, non di partenza. Se c’è la possibilità di programmare, ha tutte le potenzialità per essere un’Atalanta, un Sassuolo. Potendo contare in più su un ambiente, una tifoseria di livello superiore. In questo momento invece sotto il profilo tecnico non ha quella appetibilità. Io sì, sceglierei la Sampdoria ancora oggi. Sono arrivato dal Real Madrid, l’ho vista subito come un punto d’arrivo. Sarei rimasto nella Sampdoria tutta la vita… Se non avessi fatto delle cazzate. Ho vissuto un periodo indimenticabile. È stato un miracolo arrivare quarti a 15 punti dalla prima guardando la qualità della rosa. Si ricorda sempre giustamente la Sampd’oro. Ma quella era una squadra con tanti campioni che giocavano insieme. Ecco, se ci avessero dato Cerezo e Vierchowod di quegli anni lì, avremmo vinto lo scudetto».

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