Focus

Il commento tecnico: Punto di non ritorno

Pubblicato

su

Il progetto tecnico di Giampaolo è arrivato a un punto morto. La sconfitta della Sampdoria a Bergamo, errore arbitrale a parte, evidenzia i problemi della squadra già riscontrati la scorsa settimana contro Empoli e Roma.

Che dire? Ennesima sconfitta, ennesima domenica di passione e, in aggiunta, ennesimo torto arbitrale. La spirale negativa in cui è finita la Sampdoria non sembra destinata a finire in tempi brevi. Basti pensare che le prossime due partite saranno contro Roma e Milan. Dopo appena tre giorni dalla debacle in Coppa Italia e a una settimana dal pari soporifero contro l’Empoli, le valutazioni non possono essere molto diverse da quelle fatte nei giorni scorsi. La sconfitta con l’Atalanta mette in luce, se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno, che la Sampdoria è in grandi difficoltà dal punto di vista caratteriale. La squadra è piatta, apatica e totalmente fine a se stessa. Le cose positive espresse in campo non si concretizzano mai fino in fondo mentre quelle negative affossano totalmente il morale dei giocatori e la possibile fluidità di gioco. Questo 4-3-1-2 bloccato e insistente (contano poco le mille punte messe nel finale) al momento è facilmente neutralizzabile e leggibile da qualunque squadra del campionato. Non si può pensare che la sola organizzazione di gioco possa bastare per fare risultati in serie A. Il Doria in campo ci sa stare, su questo non ho alcun dubbio. Quello che non si vede è la cattiveria agonistica, la capacità di andare fuori dallo spartito tattico prestabilito per far male all’avversario e, soprattutto, non c’è alcuna fiamma ad animare i giocatori in campo. Quando la Samp gioca bene e ha il predominio del campo fanno punti gli altri. Quando non gioca bene idem. L’Atalanta domenica non è stata particolarmente brillante e, probabilmente, senza rigore avrebbe fatto non poca fatica a segnare. Ma non è questo il punto. Il punto è che il Doria, così come è concepito tatticamente e ideologicamente, non ottiene risultati. E non da domenica ma da molto, troppo tempo. Il progetto del “bel gioco” tanto sbandierato da Ferrero e dalla società si è infranto in uno scoglio molto duro da superare. Senza risultati non si può parlare di bel gioco e di ottima stagione. In serie A non è sufficiente fare quello che sta facendo ora la Samp, ossia giochicchiare. Perchè è questa la differenza con l’Atalanta allo stato attuale. Concretezza, condizione fisica e fame da una parte. Astrattezza, discontinuità e apatia dall’altra. Ho la sensazione che Bergamo sia stato un punto di non ritorno e che qualcosa, ora, vada necessariamente cambiato per invertire la rotta. Non parlo di esoneri o esuberi di giocatori. Parlo di mentalità e atteggiamento tattico. A volte, non sempre, avere l’onestà di dire “Così non funziona” può rappresentare il primo passo verso il successo.

Exit mobile version