2015

Corvino e il rimpianto per Éder: «Con la Fiorentina era tutto fatto…»

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Pantaleo Corvino ed Éder Citadin Martins, una storia che sarebbe potuta esistere, ma che in realtà non ha avuto luogo. Almeno a sentire il nuovo d.s. del Bologna, che quest’estate ha provato ad approcciare la Samp per portare l’italo-brasiliano alle sue dipendenze. Un esperimento senza successo, perché il Doria non ha voluto rinunciare a Éder.

Corvino ha visto passare di fronte a sé anche la chance di prendere Antonio Cassano (scartato nel 1995), altro blucerchiato che sarà contro il suo Bologna domenica al “Ferraris”. Fu Corvino a portare Éder in Italia e a farselo sfuggire: «Rimpianti chi fa questo mestiere ne ha per sempre e fatemi dire anzitutto una cosa: vedere che l’ultima coppia di attaccanti in nazionale era formata da due miei ragazzi fa enorme piacere. Detto questo è vero, Éder lo portai in Italia da giovanissimo per uno stage. Quando dopo dopo mi trasferì alla Fiorentina, cercai di tesserarlo in tutti i modi. Eravamo già d’accordo su tutto, purtroppo ci fruono delle lungaggini per il passaporto da comunitario e lui finì all’Empoli. Resta la soddisfazione di aver vindovinato un talento che aveva i numeri per sfondare».

Corvino è tra i maggiori talent-scout della nostra epoca. La sua carriera si è dipanata tra Casarano, Lecce, Fiorentina e oggi Bologna. Avrebbe voluto Éder, ma non ha potuto soddisfare il suo desiderio: «Mi consolo con la gioia di vederlo in nazionale». Il d.s. rossoblu ha spiegato meglio a “Il Secolo XIX” la genesi del suo rapporto con Éder: «Lo portai a Lecce per uno stage, si vedeva che aveva i numeri. Tornai in Brasile e incontrai il ragazzo e il padre in un hotel di Cricuma. Eravamo d’accordo su tutto anche con il suo club, era pronto all’avventura in Italia…». All’epoca l’Empoli pagò quasi un milione di euro al Cricuma per avere Éder nelle sue fila.

La Fiorentina si ritirò e Corvino non ha mai dimenticato quell’affare mancato: «Non tutto va come vogliamo, ma io sono felice della carriera di Éder, così come sono felice d’averlo portato in Italia: è sempre un piacere incontrarlo. Certo, preferirei non farlo da avversario».

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