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Dalla Gradinata Sud alle arene digitali: i blucerchiati scoprono gli eSports
Ormai è cosa nota: i tifosi della Sampdoria non si limitano a seguire solo i novanta minuti di partita. Anzi, sta nascendo un nuovo modo di vivere la fede calcistica, il monitor e i controller. Gli eSports vantano già degli eventi internazionali con montepremi da milioni di euro. Ed è così che anche il tifo blucerchiato si sposta online alla ricerca di emozioni autentiche e di storia da condividere.
Gli spalti restano il cuore del tifo, ma oggi la stessa adrenalina si respira anche davanti allo schermo. Sui forum blucerchiati, tra una disamina tattica e l’altra, compaiono i thread che discutono di quote esports e di pronostici sui risultati delle partite virtuali. Il fenomeno non riguarda pochi curiosi: è il nuovo capitolo di un amore sempre vivo per lo sport, dove la tecnologia entra in campo senza spegnere la voce dei supporter.
Un fenomeno mondiale che cresce a vista d’occhio
Gli eSports non sono più una nicchia. Il pubblico in tutto il mondo supera già i 640 milioni di spettatori, metà dei quali segue i tornei e gli streamer almeno una volta alla settimana. A sostenere questa crescita c’è una filiera fatta di campionati professionali, di brand internazionali e di piattaforme di streaming in continuo aggiornamento.
- Nel calendario estivo spicca l’Esports World Cup 2025 di Riyad con un montepremi record di 70 milioni di dollari, una cifra che catalizza i giocatori di alto profilo e gli sponsor di primo piano.
- Secondo le stime, il giro d’affari mondiale degli eSports dovrebbe arriva a 1,9 miliardi di dollari entro fine anno, segno di un settore che riesce a monetizzare audience, diritti media e partnership in modo sempre più strutturato.
Dei numeri del genere spiegano perché i club calcistici, le leghe professionistiche e le TV tradizionali investono nel gaming competitivo. L’audience giovane e globale che segue un torneo di EA Sports FC o League of Legends interessa a chiunque voglia restare rilevante nei prossimi dieci anni.
La situazione in Italia: numeri, passioni e opportunità
Anche nel Bel Paese gli eSports non sono più un passatempo di nicchia. Il rapporto 2024 di IIDEA parla di 7,3 milioni di appassionati italiani: uomini e donne under-45, che alternano la tribuna o il divano a Twitch e YouTube Gaming.
Le ragioni del successo?
- Accessibilità: basta una connessione stabile per assistere a una finale mondiale o per seguire l’allenamento di un pro-player.
- Interattività: le chat, i social e i watch-party creano un senso di comunità che rievoca il coro allo stadio, ma in forma digitale.
Sul piano economico, l’ecosistema nazionale vede le agenzie di comunicazione, i club sportivi, le aziende tech e i broadcaster collaborare per gli eventi come la Milan Games Week, che ogni autunno ospita le finali live e i panel con gli addetti ai lavori. Le sponsorizzazioni, il merchandising e i progetti di consulenza coprono più del 60% delle entrate per gli operatori italiani, segno che il modello di business sta maturando.
Perché i sampdoriani si sentono a casa anche davanti alla console
La Sampdoria è stata tra le prime società della penisola ad aprire una divisione eSports, già nel 2017. Oggi partecipa alla eSerie A TIM, il campionato ufficiale giocato su EA Sports FC. Nella stagione 2024-2025 la competizione ha toccato un picco di 19533 spettatori simultanei durante le Final Eight, un dato piccolo rispetto ai mondiali di League of Legends ma significativo in ottica calcio italiano.
Che cosa attrae i tifosi blucerchiati?
- Identità di squadra: maglie, cori e colori restano gli stessi, anche se rappresentati da un avatar digitale.
- Formato rapido: i match durano meno di una partita reale, si concentrano nei momenti clou e si possono vedere on-demand.
- Coinvolgimento diretto: molti club organizzano dei try-out online e dei tornei aperti ai fan. Non serve un provino sul campo, basta essere abili con il pad.
Prospettive future: dallo stadio al joystick, e ritorno
Gli eSports rappresentano per i club un laboratorio di idee perché testano i format brevi per l’intrattenimento live, sperimentano i contenuti esclusivi per gli abbonati e raccolgono dei dati preziosi sulle preferenze di una generazione connessa ventiquattr’ore su ventiquattro.
Le collaborazioni fra la Sampdoria e gli streamer locali, le partite trasmesse nel pre-gara sugli schermi dello stadio e gli open-day al Mugnaini di Bogliasco con corner gaming raccontano un modello ibrido che unisce l’esperienza reale e quella virtuale. Non sostituisce il tifo tradizionale, lo arricchisce: chi vive fuori Genova può comunque indossare la maglia, fare il tifo e commentare in diretta, ovunque si trovi.
Certo, restano delle sfide ancora da chiarire. Per esempio, serve formazione per gli atleti digitali, mancano dei regolamenti chiari per proteggere l’integrità competitiva e delle infrastrutture di rete affidabili. Ma la direzione è tracciata. Se il calcio è stato per decenni il linguaggio universale dei tifosi blucerchiati, oggi quel linguaggio parla anche il lessico del gaming. E mentre le luci dello stadio si spengono, molti continuano la partita online, pronti a ricominciare il giorno dopo con la stessa, identica passione.