2014

De Leo e la “periodizzazione tattica” per la Samp: «Metodo rivoluzionario»

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La “periodizzazione tattica” è una nuova metodologia proposta da Vitor Frade, professore dell’Università di Oporto e direttore del dipartimento di metedologia del Porto. In Europa sta prendendo piede, mentre in Italia lo staff di Mihajlovic è uno dei primi a strizzare l’occhio a questo metodo. Il concetto è semplice: quando un allenatore punta su un sistema di gioco, è necessario subordinare gli allenamenti e la loro organizzazione a questo sistema di gioco.

A confermarlo è Emilio De Leo, il tattico di Mihajlovic, che conferma la scelta della “periodizzazione tattica”: «La riteniamo molto efficace sia come obiettivi, sia come struttura e metodologia di preparazione. La conoscevo già, ma la svolta è stata un paio di anni fa, quando collaboravo con gli analisti del Manchester City. Tra questi c’era un portoghese, Pedro Mendes, e mi sono confrontato con lui in quel periodo, che a sua volta era in contatto con Bruno Oliveira, l’autore del libro “Questione di metodo”, il riferimento di Josè Mourinho. E il reciproco scambio di informazioni continua oggi». Si può dire che De Leo sia stato colui che ha portato questo metodo a Mihajlovic: «Penso di sì. Credo che prima utilizzassero altri sistemi».

In Italia, oltre a De Leo, ci sono pochi su questa linea: «Ormai quasi tutti i tecnici di scuola iberica o portoghese la utilizzano. E anche se è francese, penso a Rudi Garcia alla Roma. Ognuno chiaramente con elementi distintivi, anch’io ho creato un protocollo personale, focalizzato sul modello calcistico italiano». La “periodizzazione tattica” supera l’allenamento classico e integra la preparazione fisica con l’utilizzo spagnolo del pallone: «Esatto. Per noi la priorità è la tattica. Esempio: se c’è un terzino con il tempismo di sovrapposizione di cui abbiamo bisogno, gioca lui piuttosto che un altro con valori cardiaci e metabolici superiori. Quando siamo arrivati a novembre, la squadra era lunga e subiva molti gol… così abbiamo iniziato a organizzare le sedute di allenamento in funzione del miglioramento delle priorità».

Un’altra base di questo metodo è la differenza tra il “saper fare” e il “sapere sopra un saper fare”: «Aspetto mentale e fisico si uniscono e diventano funzionali all’obiettivo tattico. Le esercitazioni in allenamento, anche quelle che coinvolgono solo una parte della squadra, riproducono situazioni della partita – spiega l’aiutante tattico di Sinisa Mihajlovic a “Il Secolo XIX” – E sono complesse per richiedere la maggior attenzione possibile. Si ripetono più volte, fin quando non vengono assimilate».

De Leo porta subito due esempi: «Noi abbiamo due macroprincipi. Primo: subito dopo aver recuperato palla, ci deve essere una giocata semplice e la squadra si deve aprire per sfruttare tutta l’ampiezza. Secondo: in caso di perdita della palla, si cerca immediatamente di riconquistarla muovendosi in avanti e mai scappando indietro. E questi principi si ritrovano in ogni esercitazione. E questo lavoro lo facciamo con tutti i giocatori, in maniera simmetrica». La carica e le urla di Mihajlovic aiutano ad assimilare i principi tattici: «Il mister ha certamente capacità empatica e carismatica, ma abbiamo anche un gergo particolare. Ad esempio, riconquistando palla diciamo “gioca per chi vedi”, ai giocatori stimola un automatismo».

Forse c’è il rischio di soffocare un po’ l’estro di alcuni: «No, uno dei nostri sottoprincipi è l’imprevedibilità, che ovviamente si esprime in determinate zone del campo. Un conto è recuperare palla alta, un conto è ricreare i nostri principi generali. Allora lì cominciamo con il “gioca per chi vedi”, ci allarghiamo, poi ci sono varie opzioni – racconta De Leo – L’obiettivo può esser far arrivare palla a Gabbiadini nel miglior modo possibile per esaltare le sue qualità. Poi però a quel punto ci deve pensare lui. Altro esempio: a Marassi a volte il pubblico sbuffa quando facciamo giropalla. Ma lo facciamo con un senso, ovvero creare superiorità numerica in fase d’uscita. Significa essere una squadra con personalità».

Domenica non ci sarà Mihajlovic in panchina, ma la squadra sarà comunque attenta: «Non avere un leader carismatico non è mai positivo. Poi questo è un gruppo giovane, che ha bisogno di figure così. Però penso che non sarebbe giusto limitare il tutto a una partita fatta più o meno bene senza tecnico. Io guarderei a come si è lavorato in questi quattro mesi». Una Samp già nel futuro del calcio, quindi: «Ha certo passato uno step. La “periodizzazione tattica” è il futuro – chiude De Leo – ma qui in Italia devi vincere alcuni pregiudizi e alcune preclusioni storiche».

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