2015

Derby della Lanterna: 54 cartellini gialli sotto le torrette rosse del Ferraris

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Che la città di Genova viva per il Derby della Lanterna, per la supremazia cittadina, è cosa nota. La Genova rossoblucerchiata si ferma due settimane prima del derby e ritorna a vivere due settimane dopo, anche se allo scoccare dei novanta minuti la squadra che soccombe spesso vorrebbe scomparire fino al prossimo.

Non è una questione che inizia e si esaurisce all’interno del terreno di gioco, si propaga con strascichi importanti per tutto il resto del campionato e spesso fino al derby successivo, perché  vincere la stracittadina non è fondamentale, è proprio l’unica cosa che conta.

Anche sul terreno di gioco però il derby è vissuto in maniera analoga: lo si evince dai volti tesi e contratti dei rossoblucerchiati all’uscita del tunnel degli spogliatoi, lo si capisce dai volti concentrati degli allenatori. La pressione è tanta e aumenta in maniera direttamente proporzionale una volta davanti alle due gradinate. Vincere il Derby non è fondamentale, è l’unica cosa che conta.

Il derby non è una partita come le altre, non conta per la classifica, quella si guarda solo alla fine di ogni altro match. Non è una partita come le altre perché quei novanta minuti devi sudarli doppi. Guai a tirare indietro la gamba, a non correre su ogni pallone, ma soprattutto a non entrare duro nell’avversario, perchè le gradinate ti guardano. Nella stracittadina vale un’unica regola fondamentale: picchia per primo e picchia più forte. Serve a far capire all’avversario cosa l’aspetta. E questa regola, se nel primo tempo si tende a non tenerla in conto per paura delle ammonizioni, più passano i minuti e più il risultato non si sblocca, più le teste di surriscaldano e più la pressione aumenta, più diventa uno sfogo naturale.

Nelle ultime otto edizioni, questa regola è stata ampiamente rispettata e lo si evince dal taccuino del direttore di gara. Otto partite e 54 cartellini comminati ai danni di blucerchiati e rossoblù. E, nessuna coincidenza, il maggior numero di sanzioni arbitrali arriva nella seconda frazione di gioco, quando gli animi sono già belli carichi. Di quei cartellini, molti sono andati a carico di soggetti che, purtroppo o per fortuna, hanno lasciato entrambe le compagini, anche se il Genoa è in vantaggio sono ventotto le sanzioni a carico dei rossoblù, ventisei quelle a carico della Sampdoria.

Le premesse, vista la posizione in classifica di entrambe le squadre, le tensioni in campo e la posta in gioco molto alta, non sono delle migliori e la Sampdoria arriva al match infarcita di diffidati. Questa situazione fomenterebbe due squadre normali, figurarsi le due squadre della stessa città. Mancheranno alcuni interpreti che al Derby hanno dato sempre il meglio, come Matuzalem e Milanetto, che l’intervento pulito sulla palla non hanno mai saputo cosa fosse ma di sicuro i presupposti per un match giocato più sul piano fisico che tecnico ci sono tutti.

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