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Regini: «Sampdoria, grazie di tutto. Ho un solo rimpianto»

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Vasco Regini, ex difensore della Sampdoria, si racconta ai microfoni de Il Secolo XIX: il futuro, gli anni in blucerchiato e i rimpianti

Vasco Regini, ex difensore della Sampdoria, si racconta ai microfoni de Il Secolo XIX: il futuro, gli anni in blucerchiato e i rimpianti.

FUTURO – «Da pochi giorni sono svincolato e cerco una nuova avventura. Non voglio anticipare nulla ma potrei andare in Calabria».

SAMPDORIA – «Lascio una famiglia, sono arrivato nel gennaio 2009 e quindi sono 12 anni, praticamente tutta la mia vita da calciatore adulto. La mia casa era la Sampdoria, è finita un’era anche se io resterò doriano per sempre. Mentirei se dicessi che non avrei voluto proseguire il rapporto. C’è un po’ di rammarico per non aver potuto proseguire perché il mio sogno era finire la carriera con il blucerchiato. Purtroppo non c’è stata la possibilità, non recrimino, so di aver avuto alti e bassi, ma sono felice così».

RENDIMENTO – «Ho avuto alti e bassi, complici anche alcuni infortuni e scelte tecniche che non sempre mi hanno fatto finire in campo. Fa parte del calcio. Tornassi indietro comunque rifare tutto, ho sempre dato il 100%. E mi sono tolto grandissime soddisfazioni».

MOMENTI BELLI – «L’esordio in Serie A, 19 anni, Sampdoria-Reggina, 5-0, sono entrato al posto di Raggi. Che brividi Marassi. Il più brutto? Forse l’anno scorso contro il Bologna, mio unico autogol di carriera, è stato pesante. Brutta anche l’eliminazione dai preliminari di EL».

SCENATA MIHAJLOVIC – «Non lo metto nei momenti brutti perché lui fa tutto d’istinto, poi ha chiesto scusa, tutto è rientrato immediatamente e non c’è nessuno strascico. Sono gesti che capitano, magari non in mezzo al campo con la telecamera a un metro, ma capitano».

NIENTE GOL – «Quello è un mio cruccio, ci sono andato vicino diverse volte, un paio di ali, ma mai segnato».

MATRIMONIO – «C’erano i miei compagni, è stata una grande festa che io e mia moglie sognavamo. Avevamo dovuto rinviarla per il Covid. Una gioia enorme. Le mie figlie sono nate a Genova, un altro legame che resterà con la città».

CAPITANO – «Un grande orgoglio, mi porto nel cuore i due derby con Giampaolo con me capitano, entrambi vinti».

CRITICHE – «Mi è dispiaciuto che qualcuno mi prendesse un po’ di mira, si sono create delle situazioni a livello di immagine che non rispecchiavano la realtà. A un certo punto, per esempio, sembrava che volessi più soldi che non era vero e da qui è nato un certo tipo di atteggiamento. Poi i mugugni per le prestazioni sul campo ci stanno, sono lecite e le accetto fino alla morte. Chi mi ha conosciuto davvero credo abbia apprezzato l’aver sempre dato tutto. Comunque io dico grazie a tutto il mondo Sampdoria. Rimarrò sempre legato e tifoso».

MIGLIORI TECNICI – «Mihajlovic, che ha un rapporto diretto e mi ha dato fiducia. Giampaolo, che mi ha fatto capitano».

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