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Enrico Mantovani: «La nostra Samp testimonianza di una storia unica in Italia»

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Paolo Mantovani è una figura che la Sampdoria non dimenticherà mai. Anche i suoi quattro figli hanno fatto a loro modo la storia della Samp, in special modo Enrico che ne è diventato presidente ma pure le due sorelle Ludovica e Francesca e pure il fratello Filippo, che oggi vive in Spagna. Enrico, Ludovica e Francesca Mantovani sono stati invitati in redazione da Il Secolo XIX per rivivere gli anni in cui la Sampdoria era le potenze europee. «Non ci era mai capitato di fare una full immersion del genere, d’altra parte è raro trovare foto di noi dell’epoca tutti assieme» confessa Francesca.

IL PAPA – Sempre Francesca rimembra, divertita: «Una volta siamo andati a Roma dal Papa dopo lo Scudetto e io avrei dovuto leggere un discorso concordato ma poi sono andata a braccio. Tra l’altro alcuni giocatori avevano ancora i capelli biondi, avevo chiesto loro di mettersi in fondo e al Papa ho spiegato la situazione…». Poi è Enrico a ripensare ai tempi andati: «Klinsmann era un galantuomo, il padre di Seedorf invece aveva sempre camicie vistose e una di quelle che mi ha regalato la indosso tuttora in certe feste estive». 

SCHERZI – Francesca in seguito ricorda uno scherzo fatto a Renica dopo che al Mugnaini il giocatore la colpì con una pallonata: «Gli altri mi dissero di fingere di stare malissimo, in particolare me lo disse Paolo Conti. La sera Renica venne da me tutto avvilito in albergo e io mi lamentavo per finta, che risate!». Ancora Enrico con alcune memore di gioco, se così possiamo definirle: «In allenamento entrai male su Brady e papà mi disse “Se gli fai male, ti uccido“». 

WEMBLEY – Infine sempre Enrico parla del padre Paolo e dei bei tempi della Samp in Europa: «Mi emoziono sempre a vedere certe foto, come quella di papà sotto la Sud che ogni volta sembra avere una sfumatura diversa. Sono foto che trasmettono tranquillità e affetto, testimonianza di una storia unica in Italia. Penso sia difficile immaginarne una simile in futuro. Mi spiace non aver vinto a Wembley ma non va dimenticata quella sera, abbiamo giocato una finale di Coppa dei Campioni con lo Scudetto sul petto».

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