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ESCLUSIVA – Casazza: «Sampdoria, giocare ogni tre giorni è da big»

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Esclusiva SampNews24 – Casazza: «Giusto portare a termine il campionato. Ranieri? La Sampdoria ha l’allenatore giusto»

L’ex portiere della Sampdoria Fabrizio Casazza è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Sampnews24.com per commentare la situazione attuale in Serie A. Dalla ripresa del campionato, alla scelta di Claudio Ranieri, fino agli aneddoti della notte dello scudetto blucerchiato.

Cosa ne pensi della ripresa Serie A?

«Tutte le questioni vanno valutate in base all’emergenza sanitaria. Se ci sono i presupposti per poter ricominciare, cosa che ora non vedo anche perché stiamo andando avanti a forza di decreti di proroga della chiusura totale, è giusto portare a termine il campionato. Ricordiamoci che non giochiamo a scacchi, giochiamo a calcio. Uno sport di contatto fisico. O i calciatori li tieni segregati, che è impossibile, o non so come sia possibile salvaguardare la loro salute. C’è la volontà, umanamente concepibile, di andare avanti per interessi sportivi ed economici».

Come vedi la Sampdoria dato il campionato altalenante che ha fatto fino ad oggi?

«Voglio essere ottimista. Penso che tra tutte le squadre che stanno lottando per non retrocedere la Sampdoria abbia indovinato l’allenatore. Ranieri, se dovesse ripartire il campionato, saprà motivarli in modo da rendere al massimo. Giocare ogni tre giorni è una prerogativa delle grandi squadre. Forse anche chi arriva dalla Serie B potrebbe essere più abituato di una squadra normale di Serie A. Quindi non sarà semplice, c’è da cambiare tutte le settimane la formazione. Non esiste una settimana tipo, ti devi adeguare mentalmente e fisicamente ad avere sempre l’impegno ogni due giorni. Non puoi fare richiami di preparazione fisica, sarà tutta gestione. Anche lì credo che Bertelli e lo staff del mister siano in grado di fare la differenza. Non è una problematica da poco per squadre che non sono è abituate a giocare ogni tre giorni».

Torniamo al passato. Enzo Tirotta e Massimo “Spigoli” Marcenaro mi hanno raccontato un aneddoto della notte della festa dello Scudetto della Sampdoria, in cui ti avrebbero trovato a fare avanti e indietro in via XX Settembre. Com’è andata?

«La notte dello scudetto sono rientrato con l’ultimo aereo da Roma. All’epoca giocavo con la Fidelis Andria e avevamo disputato un match a Sassari. Avevamo perso e il mister aveva annunciato che nessuno sarebbe tornato a casa. Gli ho risposto che era il giorno più bello della mia vita e che sarei tornato a Genova, figurati se potevo perdermi la festa. All’aeroporto sono venuti mio padre e la mia ragazza, mi sono fatto lasciare in centro non sapendo se ci fosse ancora qualcuno, ma volevo vedere la mia gente festeggiareNon ho fatto a tempo a scendere dalla macchina che c’erano Tirotta e Spigoli che salivano su un camioncino. Abbiamo girato tutta la notte con i tifosi che festeggiavano, è stata veramente una cosa indimenticabile».

Hai sempre seguito la Sampdoria anche da lontano?

«Ho sempre cercato di tornare per vedere le partite e quando non riuscivo le guardavo in televisione. Sono stato a Berna, ma a Göteborg ho dovuto rinunciare. Avevo mister Soncini che mi tempestava di telefonate sincerandosi che non andassi perché il giorno dopo avrei avuto un torneo ad Asti contro il Genoa. Alla Fidelis Andria mi sono perso la partita che è valsa lo scudetto, l’anno dopo a Sesto mi sono perso la finale di Wembley perché avevo uno spareggio per non retrocedere. Anche se abbiamo perso avrei voluto esserci lo stesso».

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