2015

Fazio: «Zenga, ben venga. Cassano? Viva i fantasisti, vogliamo divertirci»

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Fabio Fazio è uno dei volti blucerchiati più famosi in tv. Fin dai tempi di Quelli che il calcio, il conduttore non ha mai nascosto la sua fede sampdoriana. E oggi è uno dei tanti felici di tornare in Europa dopo cinque anni di assenza. Intervistato da “La Gazzetta dello Sport”, l’uomo di Che tempo che fa ha commentato il mondo Samp. A partire dall’arrivo di Zenga, con il quale ha un passato condiviso: «Ci conosciamo da tanti anni, fa piacere riaverlo con noi. È come ritrovare sé stessi, ascoltare una bella canzone del passato che evoca bei ricordi. Avevamo condotto insieme “Forza Italia” su Odeon Tv a fine anni ’80. Eravamo ragazzi, poi ci si perde di vista, ma in fondo non ci si perde mai». Arriverà l’invito per la trasmissione: «È scontato. Lui ha una bella storia da raccontare».

L’arrivo di Walter Zenga è ben accolto da Fazio: «Il portiere è fuori dagli schemi, più che pazzo direi eccessivo, ma il suo lavoro lo faceva benissimo. In un calcio che da anni vive di scandali conclamati – gli ultimi quelli del Parma e del Catania – l’unica salvezza è fuori dagli schemi. Salvo i reati, naturalmente. Ben vengano gli alternativi come Walter». Non è facile uscire da questo pantano: «Recuperiamo il gusto della parola gioco, quindi divertimento. Ormai i campionati finiscono all’ultima giornata, ma con la giustizia sportiva. Si perde il gusto di andare allo stadio e guardare le partite». Il calcio di oggi ricalca questo pensiero: «È saltata la definizione regolare-irregolare: oggi chi è il regolare e chi è quello che sgarra? Non capisci più chi sono per bene e quelli marci».

Un pensiero Fazio lo dedica anche a Ferrero, di recente ospite del suo programma: «Ho letto la sua autobiografia. Una vita molto strana, ai limiti. Ha raccontato debolezze, errori, carcere… l’ho trovato sincero. È una Samp di lontananza siderale rispetto a quella alla quale eravamo abituati, ma va bene così». Infine, l’ultimo augurio è per i fantasisti. Uno in particolare: «Cassano mi fa pensare a Mancini e Vialli, alla mia giovinezza. L’aspetto fantastico è molto più importante di quello tecnico. Non è che puntiamo allo scudetto, vogliamo divertirci. Più che di pazzia parlerei di fantasia e allegria, il sale del pallone».

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