2014

Favini, il Mago di Meda: «Di Gabbiadini mi convinse il tiro. Soriano da osservare»

Pubblicato

su

Fermo Favini, conosciuto da tutti come Mino, nasce a Brianzolo di Meda 78 anni fa circa, per creare una carriera spesa tra Como e Bergamo, all’Atalanta: ex mezzala, attualmente è uno dei talent scout più efficaci della Serie A. Dalle sue relazioni sono passati Zambrotta, Borgonovo, Vierchowod, Matteoli, Pazzini e Montolivo: questi i risultati che lo hanno fatto diventare il “Mago di Meda”. Ai microfoni de Il Secolo XIX ha valutato il futuro dell’Atalanta, ma dei campioni passati e presenti, pensando anche, inevitabilmente, a Manolo Gabbiadini, che con gli orobici ha giocato ed è cresciuto.

«La prima che guardo in un giocatore è l’attitudine tecnica. Parlo dei gesti coscia-palla, testa-palla, piede-palla, il rapporto col pallone deve essere naturale e non si può prescindere dalla tecnica. Ho visto un fenomeno: Domenico Morfeo. Non era tanto forte fisicamente, ma tecnicamente era straordinario. Poteva fare una carriera diversa, alla Totti, ma qualcosa non ha funzionato».

«Con la Samp sarà una bella gara. Entrambe stanno facendo un buon campionato, sono quasi salve. Mihajlovic mi piace, lui e la società stanno facendo un bel lavoro sui giovani. Soriano e Krsticic sono interessanti come giovani, poi c’è uno che conosco bene: Gabbiadini mi colpì subito col suo tiro. In Italia ce ne sono pochi col suo sinistro. Ha 22 anni, può migliorare tanto. Era magrolino, poi fisicamente è cresciuto molto. Rispetto a Riva ha un tiro meno potente, ma calcia anche lui in modo micidiale. Ho visto che sta giocando sulla destra, è la posizione giusta, da lì può accentrarsi e far male. Mi fa piacere vedere i miei ragazzi in azzurro, ma non interferisco nel lavoro di Prandelli, anche se col ct un ottimo rapporto».

Exit mobile version